In questo lavoro si intende analizzare alcuni versi della poetessa Vera Pavlova che, attraverso l’immagine del corpo, declinato in numerose e svariate forme, paiono particolarmente rappresentativi della straordinaria “forza d’urto” che contraddistingue la sua poetica. Pavlova si caratterizza come un personaggio moderno, un volto tra i più significativi della Russia contemporanea, la cui opera si distingue per profondità emotiva, precisione linguistica e una visione unica dell'esperienza umana. Nei suoi versi esplora temi complessi come l'amore, la solitudine, la memoria e la ricerca di identità attraverso uno stile caratterizzato da un linguaggio semplice ma potente, con una forte attenzione all'immagine e al suono. In forme spesso brevi, le poesie di Vera Pavlova riflettono una sensibilità moderna e un approccio diretto alla parola nonostante l’uso frequente di metafore e simbolismi: questi ultimi creano un'atmosfera evocativa che invita il lettore a riflettere su esperienze universali. L'amore, spesso descritto nella sua forma più vulnerabile e autentica, è uno dei soggetti principali di cui la poetessa esplora non solo l’aspetto gioioso, ma anche quello doloroso e feroce nel momento della perdita, evidenziandone il ruolo nella complessità delle relazioni umane. Il tema dell’amore incontra spesso quello della solitudine, quello della disperata ricerca di un significato al dolore e quello del rapporto tra tempo e memoria. Tuttavia, se si potesse rappresentare l’opera di Pavlova con un unico riferimento, questo sarebbe senza dubbio il corpo. Il motivo risulta talmente centrale da trasformarsi in un cronotopo alla luce del quale è possibile leggere gran parte della produzione poetica di Pavlova. Luogo e tempo di incontro, limitato e immenso allo stesso tempo, mappa geografica di un mondo interiore che si rivela attraverso gomiti, pelle, ginocchia, orecchie. È reale, il corpo di Pavlova, reale come può esserlo un’immagine riflessa in uno specchio deformante che restituisce una verità stirata, allargata, percossa ma, comunque, una verità. Il tentativo è sempre quello di unire spirituale e terreno, alla ricerca di un’armonia che, paradossalmente, evidenzia maggiormente le dissonanze.
La danza simbolica dell’anatomia. La poesia di Vera Pavlova / Cattani, Alessandra. - 1:(2025), pp. 141-160.
La danza simbolica dell’anatomia. La poesia di Vera Pavlova
Cattani Alessandra
2025-01-01
Abstract
In questo lavoro si intende analizzare alcuni versi della poetessa Vera Pavlova che, attraverso l’immagine del corpo, declinato in numerose e svariate forme, paiono particolarmente rappresentativi della straordinaria “forza d’urto” che contraddistingue la sua poetica. Pavlova si caratterizza come un personaggio moderno, un volto tra i più significativi della Russia contemporanea, la cui opera si distingue per profondità emotiva, precisione linguistica e una visione unica dell'esperienza umana. Nei suoi versi esplora temi complessi come l'amore, la solitudine, la memoria e la ricerca di identità attraverso uno stile caratterizzato da un linguaggio semplice ma potente, con una forte attenzione all'immagine e al suono. In forme spesso brevi, le poesie di Vera Pavlova riflettono una sensibilità moderna e un approccio diretto alla parola nonostante l’uso frequente di metafore e simbolismi: questi ultimi creano un'atmosfera evocativa che invita il lettore a riflettere su esperienze universali. L'amore, spesso descritto nella sua forma più vulnerabile e autentica, è uno dei soggetti principali di cui la poetessa esplora non solo l’aspetto gioioso, ma anche quello doloroso e feroce nel momento della perdita, evidenziandone il ruolo nella complessità delle relazioni umane. Il tema dell’amore incontra spesso quello della solitudine, quello della disperata ricerca di un significato al dolore e quello del rapporto tra tempo e memoria. Tuttavia, se si potesse rappresentare l’opera di Pavlova con un unico riferimento, questo sarebbe senza dubbio il corpo. Il motivo risulta talmente centrale da trasformarsi in un cronotopo alla luce del quale è possibile leggere gran parte della produzione poetica di Pavlova. Luogo e tempo di incontro, limitato e immenso allo stesso tempo, mappa geografica di un mondo interiore che si rivela attraverso gomiti, pelle, ginocchia, orecchie. È reale, il corpo di Pavlova, reale come può esserlo un’immagine riflessa in uno specchio deformante che restituisce una verità stirata, allargata, percossa ma, comunque, una verità. Il tentativo è sempre quello di unire spirituale e terreno, alla ricerca di un’armonia che, paradossalmente, evidenzia maggiormente le dissonanze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


