Il presente volume intende contribuire a tracciare un profilo complessivo dell'impegno comunista nel settore della politica scolastica. L'opera ripercorre gli snodi fondamentali della storia del nostro Paese dagli anni Venti, centrando l'attenzione sulla peculiare preoccupazione manifestata dal PCI, fin dalla sua nascita, al tema dell'educazione del proletariato, dell'organizzazione dei militanti, dell’inquadramento degli intellettuali. Il partito, benché ritenesse di secondaria importanza la riforma della scuola, perché funzionale ai disegni della borghesia, non mancò d'interrogarsi su quale formazione di tipo nuovo fosse necessaria per affrontare i mutamenti sociali che avrebbero coinvolto il proletariato. La ricerca di un nuovo asse culturale, alternativo a quello idealista gentiliano, impegnò, con esiti originali, esponenti di primo piano del marxismo: da Gramsci a Togliatti, da Lombardo Radice a Vittorini, da Banfi a Marchesi, da Rodari ad Alicata. Il problema della scuola, in un partito fortemente ideologizzato quale era il PCI nel corso di quegli anni, finì necessariamente per intrecciarsi con la concezione togliattiana che vedeva la politica strettamente connessa alla cultura. Il merito del volume sta nell'aver portato alla luce, grazie al materiale archivistico su cui si fonda in gran parte inedito, la varietà del dibattito attorno al tema. Dalla documentazione emerge che il Partito Comunista era tutt'altro che insensibile al confronto interno. Vivace fu inoltre la dialettica con le forze laiche e cattoliche. Il testo consente non solo di approfondire il "punto di vista” del PCI, ma anche di comprendere l'evoluzione della politica scolastica in Italia nel suo complesso.
La politica scolastica del Partito Comunista Italiano dalle origini al 1955 / Pruneri, Fabio. - (1999), pp. 1-535.
La politica scolastica del Partito Comunista Italiano dalle origini al 1955
Pruneri, Fabio
1999-01-01
Abstract
Il presente volume intende contribuire a tracciare un profilo complessivo dell'impegno comunista nel settore della politica scolastica. L'opera ripercorre gli snodi fondamentali della storia del nostro Paese dagli anni Venti, centrando l'attenzione sulla peculiare preoccupazione manifestata dal PCI, fin dalla sua nascita, al tema dell'educazione del proletariato, dell'organizzazione dei militanti, dell’inquadramento degli intellettuali. Il partito, benché ritenesse di secondaria importanza la riforma della scuola, perché funzionale ai disegni della borghesia, non mancò d'interrogarsi su quale formazione di tipo nuovo fosse necessaria per affrontare i mutamenti sociali che avrebbero coinvolto il proletariato. La ricerca di un nuovo asse culturale, alternativo a quello idealista gentiliano, impegnò, con esiti originali, esponenti di primo piano del marxismo: da Gramsci a Togliatti, da Lombardo Radice a Vittorini, da Banfi a Marchesi, da Rodari ad Alicata. Il problema della scuola, in un partito fortemente ideologizzato quale era il PCI nel corso di quegli anni, finì necessariamente per intrecciarsi con la concezione togliattiana che vedeva la politica strettamente connessa alla cultura. Il merito del volume sta nell'aver portato alla luce, grazie al materiale archivistico su cui si fonda in gran parte inedito, la varietà del dibattito attorno al tema. Dalla documentazione emerge che il Partito Comunista era tutt'altro che insensibile al confronto interno. Vivace fu inoltre la dialettica con le forze laiche e cattoliche. Il testo consente non solo di approfondire il "punto di vista” del PCI, ma anche di comprendere l'evoluzione della politica scolastica in Italia nel suo complesso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.