Grazia Deledda morì a Roma il 15 agosto 1936. Dopo qualche settimana il primogenito Sardus trovò in un cassetto della sua casa un autografo senza titolo e senza la parola «fine». Si trattava di un elaborato inedito contenente memorie romanzate della madre sul periodo nuorese, una sorta di schermata autobiografia tradotta in finzione letteraria, il cui intreccio si dipanava sul filo di una narrazione di sé fatta in terza persona. Il 16 settembre la «Nuova Antologia», dopo non trascurabili interventi correttori a più mani, iniziò la pubblicazione a puntate del romanzo-testamento. Nel maggio del 1937, ulteriormente riveduta e corretta, l’opera uscì per i tipi della Treves. Da quel momento il testo fissato conobbe vicende ed evoluzioni diverse. La collana del «Centro Studi Grazia Deledda» ISRE-BNCR ne propone oggi una nuova e più aggiornata edizione critica, con in appendice le preziose lettere di Antonio Baldini a Grazia Deledda, Sardus, Franz e Palmiro Madesani, che molto ci rivelano della storia e della genesi del romanzo, da Incantesimi di giovinezza a [Cosima]. Il presente lavoro si caratterizza non solo per lo studio, la descrizione del manoscritto e la ricostituzione del testo nella sua forma originaria, ma anche per l’esplicitazione del percorso ecdotico che ha condotto il filologo a tale restituzione. Questo contributo – pensato nell’ambito delle iniziative del «Centro Studi Grazia Deledda» dell’ISRE – inaugura la nuova collana che fa parte di una più ampia e organica proposta editoriale finalizzata alla valorizzazione della personalità e dell’opera del Nobel sardo.
G. Deledda, [Cosima], nuova edizione critica a c. di D. Manca, Centro Studi Grazia Deledda – ISRE, Nuoro-Cagliari, Edizioni ISRE-BNCR / Aipsa, 2024, pp. 314 / Manca, Dino. - 1:(2024), pp. 9-314.
G. Deledda, [Cosima], nuova edizione critica a c. di D. Manca, Centro Studi Grazia Deledda – ISRE, Nuoro-Cagliari, Edizioni ISRE-BNCR / Aipsa, 2024, pp. 314.
Dino Manca
2024-01-01
Abstract
Grazia Deledda morì a Roma il 15 agosto 1936. Dopo qualche settimana il primogenito Sardus trovò in un cassetto della sua casa un autografo senza titolo e senza la parola «fine». Si trattava di un elaborato inedito contenente memorie romanzate della madre sul periodo nuorese, una sorta di schermata autobiografia tradotta in finzione letteraria, il cui intreccio si dipanava sul filo di una narrazione di sé fatta in terza persona. Il 16 settembre la «Nuova Antologia», dopo non trascurabili interventi correttori a più mani, iniziò la pubblicazione a puntate del romanzo-testamento. Nel maggio del 1937, ulteriormente riveduta e corretta, l’opera uscì per i tipi della Treves. Da quel momento il testo fissato conobbe vicende ed evoluzioni diverse. La collana del «Centro Studi Grazia Deledda» ISRE-BNCR ne propone oggi una nuova e più aggiornata edizione critica, con in appendice le preziose lettere di Antonio Baldini a Grazia Deledda, Sardus, Franz e Palmiro Madesani, che molto ci rivelano della storia e della genesi del romanzo, da Incantesimi di giovinezza a [Cosima]. Il presente lavoro si caratterizza non solo per lo studio, la descrizione del manoscritto e la ricostituzione del testo nella sua forma originaria, ma anche per l’esplicitazione del percorso ecdotico che ha condotto il filologo a tale restituzione. Questo contributo – pensato nell’ambito delle iniziative del «Centro Studi Grazia Deledda» dell’ISRE – inaugura la nuova collana che fa parte di una più ampia e organica proposta editoriale finalizzata alla valorizzazione della personalità e dell’opera del Nobel sardo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.