Il saggio, nel proporre gli esiti di una ricerca compiuta nel territorio dell’Alta Gallura – un’area interna situata nella parte nord orientale della Sardegna – intende mettere in luce come questo contesto, che ad uno sguardo zenitale e attento alle statistiche, appare come un territorio marginale, riveli in realtà forze creative e generative, virtualità latenti, capaci di dischiudere nuove possibilità. Questo esito emerge da una esplorazione sul campo che si serve di metodologie di carattere indiziario di tradizione storiografica e psicanalitica. Metodologie, che non si basano sull’analisi dei caratteri più appariscenti, ma sono più attente ai particolari, ai dettagli, agli indizi impercettibili ai più, all’analisi degli scarti, dei dati marginali, ai lapsus, considerati spesso come rivelatori di tendenze in atto, e proprio per questo capaci di rivelare una realtà complessa non sperimentabile direttamente. Mel farsi guidare dagli indizi, dalle storie minime, dai dettagli spesso insignificanti, dai comportamenti dissonanti l’esplorazione fa emergere come quel territorio, in apparenza buio e marginale, sia una realtà brulicante altamente diversificata e in continuo movimento, in cui sottotraccia spingono forze ed energie che non si vedono, ma che lavorano continuamente per produrre cambiamento. Un cambiamento che suggerisce una immagine inespressa che ancora non riesce a venire alla luce, ma che potrebbe nutrire il progetto: una ossimorica città-natura in cui il già stato si unisce von l’adesso, e in cui si intrecciano città e campagna, natura e cultura.
Aree marginali: strumenti per cogliere le trasformazioni e nutrire il progetto. L’attenzione alle storie minime per far affiorare l’immagine inespressa che non riesce a venire alla luce / Decandia, Lidia. - 11:(2024), pp. 143-149.
Aree marginali: strumenti per cogliere le trasformazioni e nutrire il progetto. L’attenzione alle storie minime per far affiorare l’immagine inespressa che non riesce a venire alla luce
Decandia Lidia
2024-01-01
Abstract
Il saggio, nel proporre gli esiti di una ricerca compiuta nel territorio dell’Alta Gallura – un’area interna situata nella parte nord orientale della Sardegna – intende mettere in luce come questo contesto, che ad uno sguardo zenitale e attento alle statistiche, appare come un territorio marginale, riveli in realtà forze creative e generative, virtualità latenti, capaci di dischiudere nuove possibilità. Questo esito emerge da una esplorazione sul campo che si serve di metodologie di carattere indiziario di tradizione storiografica e psicanalitica. Metodologie, che non si basano sull’analisi dei caratteri più appariscenti, ma sono più attente ai particolari, ai dettagli, agli indizi impercettibili ai più, all’analisi degli scarti, dei dati marginali, ai lapsus, considerati spesso come rivelatori di tendenze in atto, e proprio per questo capaci di rivelare una realtà complessa non sperimentabile direttamente. Mel farsi guidare dagli indizi, dalle storie minime, dai dettagli spesso insignificanti, dai comportamenti dissonanti l’esplorazione fa emergere come quel territorio, in apparenza buio e marginale, sia una realtà brulicante altamente diversificata e in continuo movimento, in cui sottotraccia spingono forze ed energie che non si vedono, ma che lavorano continuamente per produrre cambiamento. Un cambiamento che suggerisce una immagine inespressa che ancora non riesce a venire alla luce, ma che potrebbe nutrire il progetto: una ossimorica città-natura in cui il già stato si unisce von l’adesso, e in cui si intrecciano città e campagna, natura e cultura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.