Per la letteratura spagnola in prosa, la seconda metà del Seicento rappresenta un periodo ancora poco noto e poco studiato, specialmente se lo si paragona alla prima parte del medesimo secolo. La produzione delle novelas – cortas e largas – tardobarocche si caratterizza, nella maggior parte dei casi, per una ripresa ipertrofica di temi e strutture già ampiamente adoperati nelle decadi iniziali della centuria. Le opere letterarie spesso si contraddistinguono per una forte commistione tra generi, in cui la narrazione si fonde con estesi precetti morali (corredati, il più delle volte, da citazioni classiche e biblico-patristiche). In questo contesto, anche i romanzi – da intendersi non ancora in un senso pienamente ‘moderno’ – e i racconti brevi veicolano, in modi e forme eterogenei, insegnamenti che possono essere utili per un retto vivere. Tra questi vi si trovano, e hanno una certa rilevanza, quelli dedicati alla crianza de los hijos e, più in generale, dei giovani. Il presente contributo si propone di mettere in luce in che modo e in quali termini la narrativa spagnola del secondo Seicento abbia diffuso e trasmesso alcune idee sull’educazione dei figli, approfondendo soprattutto i casi di Engaños y desengaños del profano amor (1687-1688) di Joseph Zatrilla y Vico ed Engaños de mujeres y desengaños de los hombres (1698) di Miguel de Montreal.

«Una severidad templada con blandura»: l’educazione dei figli in Engaños y desengaños del profano amor (1687-88) di Joseph Zatrilla y Vico ed Engaños de mujeres y desengaños de los hombres (1698) di Miguel de Montreal / Caboni, Paolo. - (2020), pp. 249-258.

«Una severidad templada con blandura»: l’educazione dei figli in Engaños y desengaños del profano amor (1687-88) di Joseph Zatrilla y Vico ed Engaños de mujeres y desengaños de los hombres (1698) di Miguel de Montreal

Paolo Caboni
2020-01-01

Abstract

Per la letteratura spagnola in prosa, la seconda metà del Seicento rappresenta un periodo ancora poco noto e poco studiato, specialmente se lo si paragona alla prima parte del medesimo secolo. La produzione delle novelas – cortas e largas – tardobarocche si caratterizza, nella maggior parte dei casi, per una ripresa ipertrofica di temi e strutture già ampiamente adoperati nelle decadi iniziali della centuria. Le opere letterarie spesso si contraddistinguono per una forte commistione tra generi, in cui la narrazione si fonde con estesi precetti morali (corredati, il più delle volte, da citazioni classiche e biblico-patristiche). In questo contesto, anche i romanzi – da intendersi non ancora in un senso pienamente ‘moderno’ – e i racconti brevi veicolano, in modi e forme eterogenei, insegnamenti che possono essere utili per un retto vivere. Tra questi vi si trovano, e hanno una certa rilevanza, quelli dedicati alla crianza de los hijos e, più in generale, dei giovani. Il presente contributo si propone di mettere in luce in che modo e in quali termini la narrativa spagnola del secondo Seicento abbia diffuso e trasmesso alcune idee sull’educazione dei figli, approfondendo soprattutto i casi di Engaños y desengaños del profano amor (1687-1688) di Joseph Zatrilla y Vico ed Engaños de mujeres y desengaños de los hombres (1698) di Miguel de Montreal.
2020
978-88-7667-837-0
«Una severidad templada con blandura»: l’educazione dei figli in Engaños y desengaños del profano amor (1687-88) di Joseph Zatrilla y Vico ed Engaños de mujeres y desengaños de los hombres (1698) di Miguel de Montreal / Caboni, Paolo. - (2020), pp. 249-258.
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