Le comunità dei cristiani nelle fortezze sul Danubio: alcune considerazioni sulle evidenze archeologiche nella provincia Scythia

Il sistema del limes bassodanubiano nella tarda antichità si articolava, nel tratto di pertinenza della provincia Scythia, in una linea di difesa avanzata, corrispondente all’ultimo corso del Danubio, e in una più arretrata imperniata su grandi città fortificate, che almeno da Zaldapa a sud arrivava fino a Noviodunum a nord, passando per Tropaeum Traiani e Ibida, ma anche per fortificazioni minori come Ulmetum e Vicus Bad(---). Si intende concentrare qui l’attenzione in particolare sulle fortezze della provincia Scythia poste a presidio della linea difensiva organizzata lungo il fiume, per definire i caratteri del cristianesimo su questo confine dell’impero tramite l’analisi delle evidenze archeologiche presenti negli insediamenti che, per primi, affrontavano il peso della difesa del limes, sottoposto a continue pressioni soprattutto nell’ultimo periodo della sua storia. Tale analisi si baserà primariamente sulle testimonianze monumentali, dunque sugli edifici di culto, che, più di altri ritrovamenti, danno la misura della presenza di comunità cristiane organizzate e che saranno studiati nel loro inquadramento topografico e nei loro caratteri architettonici; le iscrizioni e le categorie dei materiali mobili più indicativi per questa ricerca saranno esaminati ricongiungendoli, ove possibile, ai contesti strutturali di riferimento. Il quadro che emerge dalle evidenze finora note sembra funzionale essenzialmente alle comunità che abitavano questi insediamenti, nei quali l’elemento militare aveva ovviamente un ruolo primario, mentre l’impulso evangelizzatore, indirizzato anche verso i territori al di là del limes e comunque notevolmente contenuto nel corso del VI secolo, era affidato forse all’iniziativa degli importanti centri posti in Moesia Secunda o nell’area più arretrata ad est del Danubio.