Recenti ricerche sulla città romana di Peltuinum, nell’area appenninica dell’Italia centrale, stanno chiarendo il contributo della formazione geologica locale all’architettura e alle infrastrutture urbane. In un ambito geografico segnato dalla forte presenza del calcare, benché differenziato nei suoi vari aspetti, sono ampiamente attestati anche ghiaia e silt; questi ultimi costituiscono strati geologici legati alla formazione lacustre del pianoro su cui venne fondato il centro urbano romano alla metà del I secolo a.C. e offrono un’ampia disponibilità di materiale da costruzione. Mentre il calcare viene impiegato nella realizzazione del settore pubblico e nelle modalità canoniche della tecnica edilizia, gli altri materiali trovano un’applicazione diversificata. In particolare, la ghiaia, nelle sue varie forme granulometriche, viene impiegata nelle infrastrutture viarie oltre che nella formazione della malta; il silt viene utilizzato nell’alzato degli edifici – sopra a uno zoccolo realizzato con blocchetti di calcare di varia pezzatura –, ma anche nelle coperture e nelle pavimentazioni di strutture abitative e non solo. Il materiale ceramico associato alle stratigrafie è ovviamente dirimente per ottenere una cronologia puntuale e per l’indicazione di una eventuale continuità d’uso nel tempo. Nell’area in questione, l’esito delle indagini mostra il vincolo dell’impiego del materiale edilizio alla reperibilità locale della materia prima, o comunque su distanze a corto raggio.
Non solo calcare. L’impiego del silt nell’edilizia di una città dell’Appennino centrale / Migliorati, Luisa; Canino, Dario; Casazza, Giulio; Pirrè, Federica; Sgrulloni, Tiziana; Trivelloni, Ilaria. - (2023), pp. 401-410. (Intervento presentato al convegno Convegno Terra, legno e materiali deperibili nell'architettura antica (Padova, 3-5 giugno 2021) - Conference Clay, Timber and Perishable Materials in Ancient Architecture (Padua, 3-5 June 2021) tenutosi a Padova - online nel 3-5 giugno 2021).
Non solo calcare. L’impiego del silt nell’edilizia di una città dell’Appennino centrale
Luisa Migliorati
;Ilaria Trivelloni
2023-01-01
Abstract
Recenti ricerche sulla città romana di Peltuinum, nell’area appenninica dell’Italia centrale, stanno chiarendo il contributo della formazione geologica locale all’architettura e alle infrastrutture urbane. In un ambito geografico segnato dalla forte presenza del calcare, benché differenziato nei suoi vari aspetti, sono ampiamente attestati anche ghiaia e silt; questi ultimi costituiscono strati geologici legati alla formazione lacustre del pianoro su cui venne fondato il centro urbano romano alla metà del I secolo a.C. e offrono un’ampia disponibilità di materiale da costruzione. Mentre il calcare viene impiegato nella realizzazione del settore pubblico e nelle modalità canoniche della tecnica edilizia, gli altri materiali trovano un’applicazione diversificata. In particolare, la ghiaia, nelle sue varie forme granulometriche, viene impiegata nelle infrastrutture viarie oltre che nella formazione della malta; il silt viene utilizzato nell’alzato degli edifici – sopra a uno zoccolo realizzato con blocchetti di calcare di varia pezzatura –, ma anche nelle coperture e nelle pavimentazioni di strutture abitative e non solo. Il materiale ceramico associato alle stratigrafie è ovviamente dirimente per ottenere una cronologia puntuale e per l’indicazione di una eventuale continuità d’uso nel tempo. Nell’area in questione, l’esito delle indagini mostra il vincolo dell’impiego del materiale edilizio alla reperibilità locale della materia prima, o comunque su distanze a corto raggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.