Nella Nota traduttiva al saggio di Chiara Bottici, "Nessuna sottomissione. Il femminismo come critica dell'ordine sociale" (Laterza 2023), Federico Zappino illustra la modalità di scrittura sperimentata ai fini della traduzione dell'opera dalla lingua inglese, consistente in un tentativo sistematico di neutralizzazione dei generi grammaticali (maschile/femminile) alla base di una lingua flessiva come l'italiano, caratterizzata da un alto accordo grammaticale del genere. Nello specifico, la neutralizzazione è stata intrapresa seguendo tre direttrici: l'eliminazione del maschile sovraesteso o generalizzato; il superamento dell'uso standard dei pronomi personali e delle desinenze e marcature di genere; il superamento della necessità di segni grafici alternativi, cosiddetti "inclusivi", a tali desinenze e marcature. Simili obiettivi sono stati perseguiti attraverso un lavoro filosofico sulla lingua volto a dischiuderne le potenzialità realmente neutre, limitando il più possibile il ricorso ai generi marcati, ricorrendo a pronomi non marcati (es. chi, chiunque, coloro, altrui), prediligendo formulazioni impersonali o indefinite che non solo neutralizzano il linguaggio dal punto di vista del genere, ma arginano anche l'eccessiva individualizzazione sottesa all'uso della forma personale.
Nota traduttiva / Zappino, Federico. - (2023).
Nota traduttiva
Zappino, Federico
2023-01-01
Abstract
Nella Nota traduttiva al saggio di Chiara Bottici, "Nessuna sottomissione. Il femminismo come critica dell'ordine sociale" (Laterza 2023), Federico Zappino illustra la modalità di scrittura sperimentata ai fini della traduzione dell'opera dalla lingua inglese, consistente in un tentativo sistematico di neutralizzazione dei generi grammaticali (maschile/femminile) alla base di una lingua flessiva come l'italiano, caratterizzata da un alto accordo grammaticale del genere. Nello specifico, la neutralizzazione è stata intrapresa seguendo tre direttrici: l'eliminazione del maschile sovraesteso o generalizzato; il superamento dell'uso standard dei pronomi personali e delle desinenze e marcature di genere; il superamento della necessità di segni grafici alternativi, cosiddetti "inclusivi", a tali desinenze e marcature. Simili obiettivi sono stati perseguiti attraverso un lavoro filosofico sulla lingua volto a dischiuderne le potenzialità realmente neutre, limitando il più possibile il ricorso ai generi marcati, ricorrendo a pronomi non marcati (es. chi, chiunque, coloro, altrui), prediligendo formulazioni impersonali o indefinite che non solo neutralizzano il linguaggio dal punto di vista del genere, ma arginano anche l'eccessiva individualizzazione sottesa all'uso della forma personale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.