In un periodo come quello attuale che soffre di scarsità di risorse e dei vincoli stringenti alla spesa pubblica, le possibili prospettive per un contributo alla sostenibilità del fabbisogno della sanità pubblica possono variamente articolarsi; da un lato, in strumenti di partenariato riconducibili a modelli di c.d. “sussidiarietà orizzontale” ex art. 118, comma 4, Cost. e, dall’altro, nella devoluzione alla competenza regionale di funzioni ulteriori, tra le quali anche la “tuela della salute”, in attuazione del percorso di attuazione del “regionalismo differenziato” di cui all’art. 116, comma 3 Cost. In primo luogo, il ruolo degli enti del c.d. “Terzo settore”, tra le quali l’art. 1, lett. d), del D.Lgs. 112/2017 annovera le “Imprese sociali” – il cui ambito d’intervento comprende anche “interventi e prestazioni sanitarie” – può rappresentare un importante fattore di sostegno nel contribuire a garantire un adeguato standard nei servizi pubblici alle collettività e, in particolare, al comparto della salute e sanità pubblica. L’intervento sussidiario di tali enti, ai quali può essere in parte devoluta l’erogazione di servizi pubblici sanitari, non può prescidere dal sostegno pubblico; le recenti misure fiscali vanno nel senso di promuovere l’apporto degli enti e dei soggetti finanziatori di tali iniziative attraverso misure di tax expenditure che premiano il perseguimento di pubbliche finalità. Un ulteriore modello di partecipazione guarda, invece, alla governance istituzionale in ambito sanitario, la quale può articolarsi in meccanismi propulsivi e di indirizzo che, muovendosi dal basso, concorrono nella formazione di scelte strategiche nell’adozione di politiche organizzative e d’azione. Nella prospettiva della sostenibilità della sanità pubblica, occorre altresì considerare il processo di attuazione del regionalismo differenziato ex art. 116, comma 3 Cost. avviato in relazione alle istanze di devoluzione da parte delle regioni ordinarie delle competenze (e relative risorse) in materia sanitaria; ciò senza che tale percorso porti all’aumento delle diseguaglianze a vantaggio delle regioni “ricche” e così salvaguardare l’unità giuridica, economica e finanziaria della Repubblica ex art. 5 Cost

Salute pubblica e sostenibilità tra sussidiarietà e regionalismo differenziato / Scanu, Giuseppe Giovanni. - (2020), pp. 73-76.

Salute pubblica e sostenibilità tra sussidiarietà e regionalismo differenziato

Giuseppe Giovanni Scanu
2020-01-01

Abstract

In un periodo come quello attuale che soffre di scarsità di risorse e dei vincoli stringenti alla spesa pubblica, le possibili prospettive per un contributo alla sostenibilità del fabbisogno della sanità pubblica possono variamente articolarsi; da un lato, in strumenti di partenariato riconducibili a modelli di c.d. “sussidiarietà orizzontale” ex art. 118, comma 4, Cost. e, dall’altro, nella devoluzione alla competenza regionale di funzioni ulteriori, tra le quali anche la “tuela della salute”, in attuazione del percorso di attuazione del “regionalismo differenziato” di cui all’art. 116, comma 3 Cost. In primo luogo, il ruolo degli enti del c.d. “Terzo settore”, tra le quali l’art. 1, lett. d), del D.Lgs. 112/2017 annovera le “Imprese sociali” – il cui ambito d’intervento comprende anche “interventi e prestazioni sanitarie” – può rappresentare un importante fattore di sostegno nel contribuire a garantire un adeguato standard nei servizi pubblici alle collettività e, in particolare, al comparto della salute e sanità pubblica. L’intervento sussidiario di tali enti, ai quali può essere in parte devoluta l’erogazione di servizi pubblici sanitari, non può prescidere dal sostegno pubblico; le recenti misure fiscali vanno nel senso di promuovere l’apporto degli enti e dei soggetti finanziatori di tali iniziative attraverso misure di tax expenditure che premiano il perseguimento di pubbliche finalità. Un ulteriore modello di partecipazione guarda, invece, alla governance istituzionale in ambito sanitario, la quale può articolarsi in meccanismi propulsivi e di indirizzo che, muovendosi dal basso, concorrono nella formazione di scelte strategiche nell’adozione di politiche organizzative e d’azione. Nella prospettiva della sostenibilità della sanità pubblica, occorre altresì considerare il processo di attuazione del regionalismo differenziato ex art. 116, comma 3 Cost. avviato in relazione alle istanze di devoluzione da parte delle regioni ordinarie delle competenze (e relative risorse) in materia sanitaria; ciò senza che tale percorso porti all’aumento delle diseguaglianze a vantaggio delle regioni “ricche” e così salvaguardare l’unità giuridica, economica e finanziaria della Repubblica ex art. 5 Cost
2020
978-88-3283-189-4
Salute pubblica e sostenibilità tra sussidiarietà e regionalismo differenziato / Scanu, Giuseppe Giovanni. - (2020), pp. 73-76.
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