La letteratura della migrazione ha avuto, nei suoi esordi, un’impronta prevalentemente autobiografica, poi lentamente sfumatasi, fin quasi a scomparire. Eppure riflessi autobiografici permangono: come memoria di altro luogo e altro tempo, mitizzato nel ricordo; come risemantizzazione esistenziale di una condizione di esilio o migrazione divenuta caratterizzante la nostra epoca; come metariflessione sulla «maternità della lingua», e sul connubio musivo che la sovrapposizione di due lingue (quella materna e quella d’adozione) crea. In alcuni autori, poi, tutto ciò si sostanzia in una metaletteratura che riflette sulle forme della narrazione, e sulla necessità di rendere i generi letterari più aperti e dinamici per rappresentare la ‘liquidità’ del tempo attuale.
Le due bocche. La letteratura-mondo riflette su sé / Morace, R. - (2016), pp. 849-861. (Intervento presentato al convegno La letteratura della letteratura tenutosi a Sassari-Alghero).
Le due bocche. La letteratura-mondo riflette su sé
Morace R
2016-01-01
Abstract
La letteratura della migrazione ha avuto, nei suoi esordi, un’impronta prevalentemente autobiografica, poi lentamente sfumatasi, fin quasi a scomparire. Eppure riflessi autobiografici permangono: come memoria di altro luogo e altro tempo, mitizzato nel ricordo; come risemantizzazione esistenziale di una condizione di esilio o migrazione divenuta caratterizzante la nostra epoca; come metariflessione sulla «maternità della lingua», e sul connubio musivo che la sovrapposizione di due lingue (quella materna e quella d’adozione) crea. In alcuni autori, poi, tutto ciò si sostanzia in una metaletteratura che riflette sulle forme della narrazione, e sulla necessità di rendere i generi letterari più aperti e dinamici per rappresentare la ‘liquidità’ del tempo attuale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.