Il rapporto fra pastorizia e agricoltura in Italia nei decenni della grande trasformazione

I processi di trasformazione a carico dell’agricoltura e della pastorizia, che si verificarono nel periodo compreso tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta in Italia, modificarono sensibilmente, se pur con differenze rispetto alle aree geografiche, il rapporto consolidato di interazione tra i due settori produttivi. I nuovi scenari che si affermarono in quei decenni furono indub- biamente conseguenti a una serie di interventi di carattere giuridico, emanati per venire incontro ai crescenti bisogni delle popolazioni rurali per placare il clima di tensioni sociali e per rendere più competitiva la produzione pri- maria. Nel 1950 furono promulgati due provvedimenti di riforma agraria: la Legge Sila, rivolta alla Calabria, e la Legge Stralcio, destinata al Delta padano, alla Maremma tosco-laziale, al Fucino, alla Campania, alla Puglia, al Molise e alla Sardegna. Nell’Italia centrale e meridionale, e marginal- mente in altre aree, furono 750.000 gli ettari di superficie agricola investiti dalla riforma. Sempre nel 1950, fu istituita la Cassa per il Mezzogiorno con l’obiettivo principale di migliorare la rete di infrastrutture delle regioni me- ridionali, ma anche di favorire la realizzazione di sistemazioni idrauliche, bonifiche e altre opere simili. Nel 1951 fu fondato in Sardegna l’Ente di trasformazione fondiaria e agraria per la Sardegna (Etfas), con i compiti di espropriazione dei terreni, di bonifica e di sviluppo dell’irrigazione. Nel 1974 venne emanata la L. 268 recante disposizioni per il “Ri- finanziamento, integrazione e modifica della L. 11 giugno 1962 n° 588 (Piano straordinario per la rinascita economica e sociale della Sardegna) e riforma dell’assetto agro-pastorale in Sardegna”.