Partendo da un accenno all’idea di essere, che della metafisica costituisce sia storicamente che teoreticamente l’evento fondativo, e analizzando poi l’idea che potrebbe apparirle opposta del divenire, per come esso è stato concepito da Bergson, si cercheranno di individuare dei criteri attraverso i quali risulta possibile rintracciare il carattere metafisico di una teoria o di un concetto – anche laddove una teoria si immagina o il concetto viene presentato come espressione di un’antimetafisica. Se ne individueranno quattro, in riferimento precipuo all’idea di essere e divenire: il pensare il reale come un tutto attuale, convesso, cioè pensabile dal di fuori; il poter dare un nome a questo tutto; l’assumere questo tutto come originario e originariamente indifferenziato; il porlo come fondamento del reale e concepirlo quindi come un apriori. Assumendo di contro che non si esperisce mai il tutto che non sia il tutto che si esperisce – laddove qui il soggetto che esperisce non è ovviamente il singolo, ma la soggettività storico-collettiva – si accennerà ad una prospettiva antimetafisica, secondo la quale niente è senza esistere e se qualcosa esiste, nel modo in cui esiste (come un qualcosa, mai come il tutto), lo si viene a sapere sempre dopo, a posteriori. Nello stesso senso, contro qualsiasi metafisica della soggettività (trascendentale o empirista), si sosterrà che si viene a sapere sempre dopo anche come si viene a sapere e come si è venuti a sapere.
La metafisica tra l’essere e il divenire. Elementi per una possibile definizione / Ghisu, Sebastiano. - (2023), pp. 165-176.
La metafisica tra l’essere e il divenire. Elementi per una possibile definizione
Ghisu
2023-01-01
Abstract
Partendo da un accenno all’idea di essere, che della metafisica costituisce sia storicamente che teoreticamente l’evento fondativo, e analizzando poi l’idea che potrebbe apparirle opposta del divenire, per come esso è stato concepito da Bergson, si cercheranno di individuare dei criteri attraverso i quali risulta possibile rintracciare il carattere metafisico di una teoria o di un concetto – anche laddove una teoria si immagina o il concetto viene presentato come espressione di un’antimetafisica. Se ne individueranno quattro, in riferimento precipuo all’idea di essere e divenire: il pensare il reale come un tutto attuale, convesso, cioè pensabile dal di fuori; il poter dare un nome a questo tutto; l’assumere questo tutto come originario e originariamente indifferenziato; il porlo come fondamento del reale e concepirlo quindi come un apriori. Assumendo di contro che non si esperisce mai il tutto che non sia il tutto che si esperisce – laddove qui il soggetto che esperisce non è ovviamente il singolo, ma la soggettività storico-collettiva – si accennerà ad una prospettiva antimetafisica, secondo la quale niente è senza esistere e se qualcosa esiste, nel modo in cui esiste (come un qualcosa, mai come il tutto), lo si viene a sapere sempre dopo, a posteriori. Nello stesso senso, contro qualsiasi metafisica della soggettività (trascendentale o empirista), si sosterrà che si viene a sapere sempre dopo anche come si viene a sapere e come si è venuti a sapere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.