All’inizio degli anni novanta, il saggio di Nicola Tanda “Da Grazia a Cosima. Dal mito dell’isola all’isola del mito” (incluso nella raccolta Dal mito dell’isola all’isola del mito. Deledda e dintorni, Bulzoni, Roma 1992), ha proposto l’immagine di una Deledda “secessionista”, pienamente inserita nel movimento e partecipe delle istanze, non solo figurative ma in senso più ampio culturali, della Secessione romana; idea poi largamente accolta dagli studi successivi al punto da far ritenere, come di recente è stato scritto, che “i cambiamenti nello stile e nella poetica letteraria della Deledda sicuramente provengono dai saldi rapporti che lei ha stretto con singoli artisti, partecipanti a queste esposizioni” (D. Dubravec Labaš, Grazia Deledda e la “piccola avanguardia romana”, Carocci, Roma 2011). Il saggio esamina questa linea interpretativa alla luce di una riconsiderazione della natura del fenomeno della Secessione romana, delle relazioni intrattenute dalla scrittrice con essa e con l’ambiente artistico della Capitale, degli interessi da lei manifestati nei primi anni del Novecento nei confronti delle arti visive. Cruciale, nell’ambito di questi rapporti, è la frequentazione del salotto di Giovanni Prini, vivace luogo di ritrovo di artisti e letterati romani, nel quale transitavano tra il 1904 e il 1905 anche i due giovani pittori sardi Giuseppe Biasi e Filippo Figari, futuri protagonisti del movimento artistico a forte carattere regionalista sviluppatosi poco dopo in Sardegna proprio a partire dall’esempio di Deledda e grazie allo stimolo rappresentato dalla sua opera. Da questa analisi emerge come nell’ambito degli studi deleddiani recenti si sia generalmente teso a fraintendere il carattere delle secessioni europee e della Secessione romana in particolare, attribuendo loro un profilo e una composizione unitari e una marcata connotazione modernista, quando in realtà le secessioni, con l’eccezione di quella di Vienna, furono un fenomeno di natura squisitamente organizzativa e videro la partecipazione di artisti di tendenza conservatrice accanto a frange ridotte di operatori più innovativi, ma in nessun modo avanguardisti. Inoltre, nonostante le relazioni amichevoli della scrittrice con alcune figure dell’ambiente artistico italiano e sardo (e nonostante l’affetto che la legava alla sorella Nicolina, illustratrice dilettante), stando alla rarità dei suoi interventi critici su temi di arte contemporanea (appena due articoli a fronte di una produzione letteraria abbondantissima), non sembra giustificato ascriverle uno spiccato e consapevole interesse per le arti visive, tantomeno di avanguardia. Mentre non pare possibile attribuire alla Secessione romana il merito dell’elaborazione di un “pensiero mitico” (Tanda) che avrebbe influenzato Grazia Deledda, la scrittrice ebbe un ruolo decisivo nell’orientare in direzione primitivista alcuni artisti sardi determinati a ribaltare in positivo l’immagine all’epoca corrente della Sardegna come terra arretrata e miserabile, infestata dai banditi e dilaniata dalle faide. La parte finale del saggio è dedicata a esaminare l’influsso di Deledda su tre fra i maggiori artisti sardi del primo Novecento, Antonio Ballero (1864-1932), Francesco Ciusa (1883-1949) e Giuseppe Biasi (1885-1945), mettendo in luce le tangenze tra la visione deleddiana e le dinamiche primitiviste in atto nella rappresentazione della Sardegna proposta da questi ultimi.

Grazia Deledda, l'equivoco della Secessione e il movimento artistico sardo del primo Novecento / Altea, G; Ruozzi, G; Sedda, F; Clemente, P.; Contu, F. R.; Manca, D; Lecis, L; Pisano, S.; Caria, M; Mannia, S; Paulis, S; Milleddu, R.; Macchiarella, I; Pani, D; M E, Ciusa; Lavinio, C; Morace, Am; Giovanni, De; Casu, N; Cattani, A; Salis, A; Baumann, L; Miszalska, T; Lukaszewic, J; Basanta, J; Pasqual, A; Heyer-Caput, Cn; Guiati, M; Ishida, A; Jung, S; Nicosia, I; Castellani, A; Jp, ; del Carmen Pilan, ; M,. - III:(2022), pp. 121-139. (Intervento presentato al convegno Sento tutta la modernità della vita. Attualità di Grazia Deledda a 150 anni dalla nascita tenutosi a Nuoro, Istituto Superiore Regionale Etnografico nel dicembre 2021).

Grazia Deledda, l'equivoco della Secessione e il movimento artistico sardo del primo Novecento

Altea G
;
Clemente P.
;
Manca D;Pisano S.
;
Caria M;Mannia S
;
Morace AM
;
A Cattani
;
A Castellani
;
2022-01-01

Abstract

All’inizio degli anni novanta, il saggio di Nicola Tanda “Da Grazia a Cosima. Dal mito dell’isola all’isola del mito” (incluso nella raccolta Dal mito dell’isola all’isola del mito. Deledda e dintorni, Bulzoni, Roma 1992), ha proposto l’immagine di una Deledda “secessionista”, pienamente inserita nel movimento e partecipe delle istanze, non solo figurative ma in senso più ampio culturali, della Secessione romana; idea poi largamente accolta dagli studi successivi al punto da far ritenere, come di recente è stato scritto, che “i cambiamenti nello stile e nella poetica letteraria della Deledda sicuramente provengono dai saldi rapporti che lei ha stretto con singoli artisti, partecipanti a queste esposizioni” (D. Dubravec Labaš, Grazia Deledda e la “piccola avanguardia romana”, Carocci, Roma 2011). Il saggio esamina questa linea interpretativa alla luce di una riconsiderazione della natura del fenomeno della Secessione romana, delle relazioni intrattenute dalla scrittrice con essa e con l’ambiente artistico della Capitale, degli interessi da lei manifestati nei primi anni del Novecento nei confronti delle arti visive. Cruciale, nell’ambito di questi rapporti, è la frequentazione del salotto di Giovanni Prini, vivace luogo di ritrovo di artisti e letterati romani, nel quale transitavano tra il 1904 e il 1905 anche i due giovani pittori sardi Giuseppe Biasi e Filippo Figari, futuri protagonisti del movimento artistico a forte carattere regionalista sviluppatosi poco dopo in Sardegna proprio a partire dall’esempio di Deledda e grazie allo stimolo rappresentato dalla sua opera. Da questa analisi emerge come nell’ambito degli studi deleddiani recenti si sia generalmente teso a fraintendere il carattere delle secessioni europee e della Secessione romana in particolare, attribuendo loro un profilo e una composizione unitari e una marcata connotazione modernista, quando in realtà le secessioni, con l’eccezione di quella di Vienna, furono un fenomeno di natura squisitamente organizzativa e videro la partecipazione di artisti di tendenza conservatrice accanto a frange ridotte di operatori più innovativi, ma in nessun modo avanguardisti. Inoltre, nonostante le relazioni amichevoli della scrittrice con alcune figure dell’ambiente artistico italiano e sardo (e nonostante l’affetto che la legava alla sorella Nicolina, illustratrice dilettante), stando alla rarità dei suoi interventi critici su temi di arte contemporanea (appena due articoli a fronte di una produzione letteraria abbondantissima), non sembra giustificato ascriverle uno spiccato e consapevole interesse per le arti visive, tantomeno di avanguardia. Mentre non pare possibile attribuire alla Secessione romana il merito dell’elaborazione di un “pensiero mitico” (Tanda) che avrebbe influenzato Grazia Deledda, la scrittrice ebbe un ruolo decisivo nell’orientare in direzione primitivista alcuni artisti sardi determinati a ribaltare in positivo l’immagine all’epoca corrente della Sardegna come terra arretrata e miserabile, infestata dai banditi e dilaniata dalle faide. La parte finale del saggio è dedicata a esaminare l’influsso di Deledda su tre fra i maggiori artisti sardi del primo Novecento, Antonio Ballero (1864-1932), Francesco Ciusa (1883-1949) e Giuseppe Biasi (1885-1945), mettendo in luce le tangenze tra la visione deleddiana e le dinamiche primitiviste in atto nella rappresentazione della Sardegna proposta da questi ultimi.
2022
978-88-98692-98-9
Grazia Deledda, l'equivoco della Secessione e il movimento artistico sardo del primo Novecento / Altea, G; Ruozzi, G; Sedda, F; Clemente, P.; Contu, F. R.; Manca, D; Lecis, L; Pisano, S.; Caria, M; Mannia, S; Paulis, S; Milleddu, R.; Macchiarella, I; Pani, D; M E, Ciusa; Lavinio, C; Morace, Am; Giovanni, De; Casu, N; Cattani, A; Salis, A; Baumann, L; Miszalska, T; Lukaszewic, J; Basanta, J; Pasqual, A; Heyer-Caput, Cn; Guiati, M; Ishida, A; Jung, S; Nicosia, I; Castellani, A; Jp, ; del Carmen Pilan, ; M,. - III:(2022), pp. 121-139. (Intervento presentato al convegno Sento tutta la modernità della vita. Attualità di Grazia Deledda a 150 anni dalla nascita tenutosi a Nuoro, Istituto Superiore Regionale Etnografico nel dicembre 2021).
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