Con questo volume l’autore ha voluto, se non proprio colmare una lacuna, almeno intraprendere un percorso d’analisi ancora poco frequentato dagli studi sul grande commediografo francese del Seicento: quelli che riguardano l’aspetto specifico dell’onomaturgia. In questa prospettiva Giorgio Sale ha proposto di indagare una categoria definita di entità finzionali presenti in gran numero nell’opera di Molière: i pedanti, declinati nelle loro varie manifestazioni caricaturali (dotti, filosofi, preziose, saccenti, eruditi, poeti e letterati, medici, uomini di legge). Si tratta di una specifica tipologia di personaggi già ampiamente codificata dalla tradizione letteraria precedente, ma che il drammaturgo riutilizza abilmente, rinnovandola anche grazie alle originali invenzioni onomaturgiche dalle molteplici implicazioni referenziali, culturali e ideologiche. Il saggio indaga il dato onimico di questa categoria di individui finzionali come oggetto critico-interpretativo specifico. L’autore è, infatti, profondamente convinto che gli onimi che designano i pedanti nelle opere di Molière si pongano come fondamentali elementi significanti, che spesso attribuiscono senso in modo diverso o con diversa gradazione di intensità rispetto alle altre sequenze del testo. A volte essi costituiscono veri e propri snodi strategici, capaci, per le loro sonorità, per le loro facoltà espressive intrinseche o per le connessioni che suggeriscono, di aprire ulteriori dinamiche testuali e altri percorsi di ricezione, svelando o attivando in tal modo una proliferazione di letture possibili. Nelle commedie del grande drammaturgo francese, dove i pedanti sono spesso pesantemente connotati con un visibile scarto differenziale rispetto agli altri personaggi, le scelte onomaturgiche costituiscono indizi testuali macroscopici delle prese di posizione ideologiche dell’autore. Esse suggeriscono il suo posizionamento rispetto ai temi sui quali egli crea una profonda complicità d’intenti con il pubblico. I destinatari privilegiati, infatti, erano perfettamente in grado di decodificare anche le articolate costruzioni onimiche multireferenzali, per trarne piacere e divertimento, certo, ma anche per cogliere i riferimenti ai fenomeni culturali di più stretta attualità e gli importanti risvolti concettuali che quelle scelte celano e svelano a un tempo a uno spettatore e a un lettore accorto.
La nominazione di dotti, filosofi, medici e sapienti nelle commedie di Molière / Sale, Giorgio. - (2022), pp. 1-250.
La nominazione di dotti, filosofi, medici e sapienti nelle commedie di Molière
Giorgio Sale
2022-01-01
Abstract
Con questo volume l’autore ha voluto, se non proprio colmare una lacuna, almeno intraprendere un percorso d’analisi ancora poco frequentato dagli studi sul grande commediografo francese del Seicento: quelli che riguardano l’aspetto specifico dell’onomaturgia. In questa prospettiva Giorgio Sale ha proposto di indagare una categoria definita di entità finzionali presenti in gran numero nell’opera di Molière: i pedanti, declinati nelle loro varie manifestazioni caricaturali (dotti, filosofi, preziose, saccenti, eruditi, poeti e letterati, medici, uomini di legge). Si tratta di una specifica tipologia di personaggi già ampiamente codificata dalla tradizione letteraria precedente, ma che il drammaturgo riutilizza abilmente, rinnovandola anche grazie alle originali invenzioni onomaturgiche dalle molteplici implicazioni referenziali, culturali e ideologiche. Il saggio indaga il dato onimico di questa categoria di individui finzionali come oggetto critico-interpretativo specifico. L’autore è, infatti, profondamente convinto che gli onimi che designano i pedanti nelle opere di Molière si pongano come fondamentali elementi significanti, che spesso attribuiscono senso in modo diverso o con diversa gradazione di intensità rispetto alle altre sequenze del testo. A volte essi costituiscono veri e propri snodi strategici, capaci, per le loro sonorità, per le loro facoltà espressive intrinseche o per le connessioni che suggeriscono, di aprire ulteriori dinamiche testuali e altri percorsi di ricezione, svelando o attivando in tal modo una proliferazione di letture possibili. Nelle commedie del grande drammaturgo francese, dove i pedanti sono spesso pesantemente connotati con un visibile scarto differenziale rispetto agli altri personaggi, le scelte onomaturgiche costituiscono indizi testuali macroscopici delle prese di posizione ideologiche dell’autore. Esse suggeriscono il suo posizionamento rispetto ai temi sui quali egli crea una profonda complicità d’intenti con il pubblico. I destinatari privilegiati, infatti, erano perfettamente in grado di decodificare anche le articolate costruzioni onimiche multireferenzali, per trarne piacere e divertimento, certo, ma anche per cogliere i riferimenti ai fenomeni culturali di più stretta attualità e gli importanti risvolti concettuali che quelle scelte celano e svelano a un tempo a uno spettatore e a un lettore accorto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.