L’Italia del secondo dopoguerra si presenta inizialmente, agli occhi degli ameri-cani, come un paese ricco di contraddizioni: da una parte la nobile eredità classica e rinascimentale, l’“innata” creatività degli abitanti, l’“arte di vivere” coltivata da millenni e favorita da una natura benigna, dall’altra il degrado di città e campagne e le devastazioni prodotte dalla guerra, la pigrizia, l’ignoranza e arretratezza diffuse, la miseria in cui versa gran parte della popolazione. Questo insieme di stereotipi si convertirà in breve nella percezione — non meno gravata da luoghi comuni — di un paese dinamico e votato all’innovazione, apripista di una nuova concezione della modernità, non più ascetica e tecnocratica ma modellata sulle esigenze umane e pervasa da una sensibilità estetica solare e mediterranea. Le dinamiche che guidano questa trasformazione, nonostante alcuni importanti studi settoriali, restano ancora largamente da indagare in una prospettiva che tenga conto delle connessioni fra i diversi campi creativi nel loro rapporto con la sfera sociale e politica. Questo volume, che riunisce contributi di storici dell’arte e dell’architettura, di studiosi di letteratura e di cinema, nonché di storici tout court, costituisce un passo in questa direzione.
Nivola, Olivetti e la diffusione della cultura italiana negli Stati Uniti / Altea, G; Averna, M; Cadoni, A; Camarda, A; Cardone, L; Mcmanus, K; Onofri, M; Stein, C; Vittoria, A. - 1:(2022), pp. 7-13.
Nivola, Olivetti e la diffusione della cultura italiana negli Stati Uniti
Altea G;Cadoni, A;Camarda, A;Cardone, L;Onofri, M;Stein, C;Vittoria, A
2022-01-01
Abstract
L’Italia del secondo dopoguerra si presenta inizialmente, agli occhi degli ameri-cani, come un paese ricco di contraddizioni: da una parte la nobile eredità classica e rinascimentale, l’“innata” creatività degli abitanti, l’“arte di vivere” coltivata da millenni e favorita da una natura benigna, dall’altra il degrado di città e campagne e le devastazioni prodotte dalla guerra, la pigrizia, l’ignoranza e arretratezza diffuse, la miseria in cui versa gran parte della popolazione. Questo insieme di stereotipi si convertirà in breve nella percezione — non meno gravata da luoghi comuni — di un paese dinamico e votato all’innovazione, apripista di una nuova concezione della modernità, non più ascetica e tecnocratica ma modellata sulle esigenze umane e pervasa da una sensibilità estetica solare e mediterranea. Le dinamiche che guidano questa trasformazione, nonostante alcuni importanti studi settoriali, restano ancora largamente da indagare in una prospettiva che tenga conto delle connessioni fra i diversi campi creativi nel loro rapporto con la sfera sociale e politica. Questo volume, che riunisce contributi di storici dell’arte e dell’architettura, di studiosi di letteratura e di cinema, nonché di storici tout court, costituisce un passo in questa direzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.