Una eccezione netta rispetto al processo di relativa omologazione della delittuosità sarda a quella nazionale è rappresentata dal fenomeno degli attentati, che negli ultimi vent’anni hanno conosciuto uno sviluppo specifico e straordinario. La rilevanza quantitativa di questo fenomeno risalta con particolare evidenza se si confrontano i dati relativi alla Sardegna con quelli altre regioni italiane, e in particolare con quelli delle regioni nelle quali questo delitto ricorre con maggior frequenza. Questo confronto è fatto, nella tabella 1.1., prendendo come base il numero di attentati denunciati (fonte ISTAT) in rapporto alla popolazione censita (1:100mila). Come si vede, il tasso di attentati comincia a crescere in Sardegna nella seconda metà degli anni ’80. Nel 1983 e ‘84 la Sardegna è al terzo posto tra le regioni italiane quanto a frequenza di questo reato, molto distante dalla Calabria e anche dalla Sicilia, immediatamente prima di Campania e Puglia. Queste quattro regioni sono, insieme alla Sardegna, le sole dove questo delitto ha una frequenza molto più significativa della media nazionale. A partire dal 1985, gli attentati in Sardegna cominciano a crescere ad andamento vertiginoso, sino al picco del 1991. Poi si verifica un decremento, ma comunque nel decennio successivo gli attentati si assestano su valori tre, quattro volte superiori a quelli dei primi anni ’80. Dall’osservatorio degli attentati, la Sardegna sembra così allontanarsi sempre di più dalle “normali” regioni italiane: nel 2002 in Piemonte sono stati denunciati 3 attentati ogni milione di abitanti, 4 in Lombardia e 1 in Emilia Romagna, mentre in Sardegna ne sono stati denunciati 148. Ma anche nel confronto con le regioni storicamente segnate da un’alta frequenza di attentati la Sardegna mostra una crescita forte di questo delitto, con frequenze che sono oggi il triplo di quelle della Sicilia e di poco inferiori a quelle della Calabria, regione tuttora caratterizzata dal maggior numero di attentati rispetto alla popolazione.

Parte terza: gli attentati / Giannichedda, Maria Graziella; Usai, Carlo. - (2006), pp. 195-265.

Parte terza: gli attentati

Giannichedda, Maria Graziella;Usai, Carlo
2006-01-01

Abstract

Una eccezione netta rispetto al processo di relativa omologazione della delittuosità sarda a quella nazionale è rappresentata dal fenomeno degli attentati, che negli ultimi vent’anni hanno conosciuto uno sviluppo specifico e straordinario. La rilevanza quantitativa di questo fenomeno risalta con particolare evidenza se si confrontano i dati relativi alla Sardegna con quelli altre regioni italiane, e in particolare con quelli delle regioni nelle quali questo delitto ricorre con maggior frequenza. Questo confronto è fatto, nella tabella 1.1., prendendo come base il numero di attentati denunciati (fonte ISTAT) in rapporto alla popolazione censita (1:100mila). Come si vede, il tasso di attentati comincia a crescere in Sardegna nella seconda metà degli anni ’80. Nel 1983 e ‘84 la Sardegna è al terzo posto tra le regioni italiane quanto a frequenza di questo reato, molto distante dalla Calabria e anche dalla Sicilia, immediatamente prima di Campania e Puglia. Queste quattro regioni sono, insieme alla Sardegna, le sole dove questo delitto ha una frequenza molto più significativa della media nazionale. A partire dal 1985, gli attentati in Sardegna cominciano a crescere ad andamento vertiginoso, sino al picco del 1991. Poi si verifica un decremento, ma comunque nel decennio successivo gli attentati si assestano su valori tre, quattro volte superiori a quelli dei primi anni ’80. Dall’osservatorio degli attentati, la Sardegna sembra così allontanarsi sempre di più dalle “normali” regioni italiane: nel 2002 in Piemonte sono stati denunciati 3 attentati ogni milione di abitanti, 4 in Lombardia e 1 in Emilia Romagna, mentre in Sardegna ne sono stati denunciati 148. Ma anche nel confronto con le regioni storicamente segnate da un’alta frequenza di attentati la Sardegna mostra una crescita forte di questo delitto, con frequenze che sono oggi il triplo di quelle della Sicilia e di poco inferiori a quelle della Calabria, regione tuttora caratterizzata dal maggior numero di attentati rispetto alla popolazione.
2006
Parte terza: gli attentati / Giannichedda, Maria Graziella; Usai, Carlo. - (2006), pp. 195-265.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Giannichedda_M_CapitoloLibro_2006_Attentati.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione editoriale (versione finale pubblicata)
Licenza: Non specificato
Dimensione 396.82 kB
Formato Adobe PDF
396.82 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/265068
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact