L’incidenza delle malattie protozoarie imputate al genere Leishmania è aumentata enormemente con la diffusione dell’AIDS. In particolare la forma viscerale della Leishmaniosi sta emergendo come malattia nuova e sempre più frequente. Oltre gli antimoniali altri farmaci importanti sono le pentammidine e l’amfotericina B. Un approccio abbondantemente esplorato in passato è stato lo sviluppo di farmaci antifolici antiprotozoari che bloccano il ciclo dell’acido folico, che, previa attivazione metabolica di enzimi folato dipendenti, attraverso il trasporto di unità carboniose, è responsabile della sintesi de novo degli acidi nucleici e degli amminoacidi. In questo senso sono stati usati il trimetoprim e la pirimetamina che sono attivi contro i plasmodi e i toxoplasmi, ma non contro le Leishmanie e i tripanosomi. Questi due protozoi appartenenti alla classe dei Kinetoplastidae sono sensibili agli antifolici antitumorali come il metotrexato (MTX), ma sviluppano immediatamente una chemioresistenza in quanto riattivano l’autoproduzione di acido folico mediante una via di salvataggio che impiega l’enzima Pteridina riduttasi, recentemente scoperto, appunto, nelle Leishmanie major e nel tripanosoma cruzi. Sulla base di queste premesse ci è sembrato che le nostre molecole a struttura chinossalinica, analoghe al metotrexato, potessero essere impiegate come inibitori enzimatici di questa famiglia di folato.
Nuovi derivati chinossalinici inibitori della Diidrofolato Reduttasi (DHFR) e della Timidilato Sintetasi (TS) dellaLeishmania major: risultati preliminari / Piras, Sandra; Carta, Antonio; Paglietti, Giuseppe; Ferrari, Stefania; Loriga, Mario; Costi, M. Paola. - (2004). (Intervento presentato al convegno SardiniaChem 2004: giornata di studio dedicata alla chimica organica delle molecole biologicamente attive).
Nuovi derivati chinossalinici inibitori della Diidrofolato Reduttasi (DHFR) e della Timidilato Sintetasi (TS) dellaLeishmania major: risultati preliminari
Piras, Sandra;Carta, Antonio;Paglietti, Giuseppe;Loriga, Mario;
2004-01-01
Abstract
L’incidenza delle malattie protozoarie imputate al genere Leishmania è aumentata enormemente con la diffusione dell’AIDS. In particolare la forma viscerale della Leishmaniosi sta emergendo come malattia nuova e sempre più frequente. Oltre gli antimoniali altri farmaci importanti sono le pentammidine e l’amfotericina B. Un approccio abbondantemente esplorato in passato è stato lo sviluppo di farmaci antifolici antiprotozoari che bloccano il ciclo dell’acido folico, che, previa attivazione metabolica di enzimi folato dipendenti, attraverso il trasporto di unità carboniose, è responsabile della sintesi de novo degli acidi nucleici e degli amminoacidi. In questo senso sono stati usati il trimetoprim e la pirimetamina che sono attivi contro i plasmodi e i toxoplasmi, ma non contro le Leishmanie e i tripanosomi. Questi due protozoi appartenenti alla classe dei Kinetoplastidae sono sensibili agli antifolici antitumorali come il metotrexato (MTX), ma sviluppano immediatamente una chemioresistenza in quanto riattivano l’autoproduzione di acido folico mediante una via di salvataggio che impiega l’enzima Pteridina riduttasi, recentemente scoperto, appunto, nelle Leishmanie major e nel tripanosoma cruzi. Sulla base di queste premesse ci è sembrato che le nostre molecole a struttura chinossalinica, analoghe al metotrexato, potessero essere impiegate come inibitori enzimatici di questa famiglia di folato.File | Dimensione | Formato | |
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