Allo stato attuale, non disponiamo di informazioni sufficienti per una ricostruzione – per quanto sintetica – della “storia” della gara poetica a mutos. Né sono finora emersi documenti che consentano di individuare tappe e momenti del processo di ‘professionalizzazione’ che ha portato il cantare a mutos dall’essere parte dell’esperienza quotidiana del far poesia e fulcro di occasioni sociali tipiche della vita paesana al rappresentare un evento performativo da palcoscenico, basato su un “sistema” specifico di regole. La memoria dei poeti del passato, venerati come ‘padri’ e maestri impareggiabili nell’arte della poesia a mutos oltrepassa solo di una generazione gli attuali protagonisti della poesia. Le figure che vengono infatti usualmente citate sono quelle di poeti scomparsi in anni relativamente recenti – in particolare, spiccano i nomi di Domenico Cuccu di Villa S. Antonio, di Giuseppe Demuru (Bertuledda) di Meana Sardo, di Ignazio Onale di Ortueri – che verosimilmente hanno iniziato la loro attività attorno alla metà del Novecento.Tuttavia, ci sono casi recenti di iniziative che, insieme ad altri interventi di pubblicizzazione, promozione e valorizzazione, specialmente da parte di enti locali, hanno dimostrato di poter essere uno strumento efficace e produttivo. In questo senso, anche l’attenzione e il contributo da parte degli Istituti di ricerca – e in particolare delle Università, come nel caso della presente pubblicazione – costituisce senz’altro uno stimolo per far sì che possa avverarsi ciò che Costantino Casula, il poeta di spicco dei nostri giorni, ha auspicato cantando in poesia proprio in apertura della gara tonarese: “sa rinàschida ‘e su mutu”.
Poesia improvvisata a mutos / Bravi, Paolo. - (2011), pp. 198-210.
Poesia improvvisata a mutos
2011-01-01
Abstract
Allo stato attuale, non disponiamo di informazioni sufficienti per una ricostruzione – per quanto sintetica – della “storia” della gara poetica a mutos. Né sono finora emersi documenti che consentano di individuare tappe e momenti del processo di ‘professionalizzazione’ che ha portato il cantare a mutos dall’essere parte dell’esperienza quotidiana del far poesia e fulcro di occasioni sociali tipiche della vita paesana al rappresentare un evento performativo da palcoscenico, basato su un “sistema” specifico di regole. La memoria dei poeti del passato, venerati come ‘padri’ e maestri impareggiabili nell’arte della poesia a mutos oltrepassa solo di una generazione gli attuali protagonisti della poesia. Le figure che vengono infatti usualmente citate sono quelle di poeti scomparsi in anni relativamente recenti – in particolare, spiccano i nomi di Domenico Cuccu di Villa S. Antonio, di Giuseppe Demuru (Bertuledda) di Meana Sardo, di Ignazio Onale di Ortueri – che verosimilmente hanno iniziato la loro attività attorno alla metà del Novecento.Tuttavia, ci sono casi recenti di iniziative che, insieme ad altri interventi di pubblicizzazione, promozione e valorizzazione, specialmente da parte di enti locali, hanno dimostrato di poter essere uno strumento efficace e produttivo. In questo senso, anche l’attenzione e il contributo da parte degli Istituti di ricerca – e in particolare delle Università, come nel caso della presente pubblicazione – costituisce senz’altro uno stimolo per far sì che possa avverarsi ciò che Costantino Casula, il poeta di spicco dei nostri giorni, ha auspicato cantando in poesia proprio in apertura della gara tonarese: “sa rinàschida ‘e su mutu”.File | Dimensione | Formato | |
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