La malaria ha assunto in Sardegna i caratteri di malattia endemica solo nella seconda metà dell’Ottocento in conseguenza di un processo accelerato di destrutturazione ambientale a cui concorsero disboscamenti e dissodamenti. Nell’intervento vengono richiamati gli effetti della distruzione del manto forestale e dell’erosione del suolo, in particolare l’accentuarsi del carattere torrentizio dei corsi d’acqua e il disordine dei fiumi a valle con conseguente moltiplicarsi di acquitrini, impaludamenti, raccolte idriche che costituivano altrettanti focolai anofelici. La loro diffusione, sia nelle pianure che negli altipiani, rese più difficile dapprima la lotta antianofelica ( condotta con petrolio e “verde di Parigi”, nonché col pesciolino predatore del genere Gambusia) e, successivamente, nell’immediato dopoguerra, complicò enormemente l’esperimento della Rockefeller Foundation: a conferma dei maggiori ostacoli che si oppongono al risanamento una volta alterati gli equilibri ambientali.
Degrado ambientale e malaria: una prospettiva geografica e storica / Tognotti, Eugenia. - (1997), pp. 59-70. (Intervento presentato al convegno Giornata sulle strategie bio-ecologiche di lotta contro gli organismi nocivi: atti).
Degrado ambientale e malaria: una prospettiva geografica e storica
Tognotti, Eugenia
1997-01-01
Abstract
La malaria ha assunto in Sardegna i caratteri di malattia endemica solo nella seconda metà dell’Ottocento in conseguenza di un processo accelerato di destrutturazione ambientale a cui concorsero disboscamenti e dissodamenti. Nell’intervento vengono richiamati gli effetti della distruzione del manto forestale e dell’erosione del suolo, in particolare l’accentuarsi del carattere torrentizio dei corsi d’acqua e il disordine dei fiumi a valle con conseguente moltiplicarsi di acquitrini, impaludamenti, raccolte idriche che costituivano altrettanti focolai anofelici. La loro diffusione, sia nelle pianure che negli altipiani, rese più difficile dapprima la lotta antianofelica ( condotta con petrolio e “verde di Parigi”, nonché col pesciolino predatore del genere Gambusia) e, successivamente, nell’immediato dopoguerra, complicò enormemente l’esperimento della Rockefeller Foundation: a conferma dei maggiori ostacoli che si oppongono al risanamento una volta alterati gli equilibri ambientali.File | Dimensione | Formato | |
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