Cari amici, ventidue anni fa, quando prese avvio quest’avventura e iniziammo a lavorare sull’archeologia romana del Nord Africa non immaginavamo certo che l’iniziativa dell’Università degli Studi di Sassari partendo dalla piccola provinciaSardiniasi sarebbe sviluppata fino ad arrivare a queste dimensioni: oggi possiamo dire che i convegni sull’Africa romana, che si sono svolti in Sardegna, in Tunisia ed in Marocco, hanno rappresentato senza dubbio il momento più significativo di confronto tra studiosi europei e studiosi arabi, tra metodologie e approcci disciplinari differenti, il luogo deputato a presentare e discutere le scoperte archeologiche, ma anche epigrafiche, numismatiche, storiche avvenute annualmente in Libia, Tunisia, Algeria e Marocco: ora questa tappa spagnola a Siviglia, che rompe la polarità Sardegna-Africa, ci porta nella terra dell’Andalusia, nel luogo nel quale fiorì una grande cultura araba, in qualche modo erede del mondo classico e insieme aperta verso un mondo nuovo. La regione della Spagna che oggi ci accoglie, per la sua stessa posizione geografica, era ed è destinata ad un ruolo felice di crocevia: toccata dalle rotte atlantiche e mediterranee, l’anticaHispania Ulterior, poi denominataBaeticae infine Vandalusia, la terra dei Vandali, con le sue favolose ricchezze minerarie, racchiuse nel cuore della Sierra Morena, ha fissato per sempre nell’immaginario collettivo il mito delle sue ricchezze; la contiguità con la costa nord-africana della Mauretania ha favorito nell’antichità il passaggio di genti e di merci. Del resto il ruolo di frontiera di Siviglia, aperta verso ildescubrimiento, si è perpetuato sino all’età moderna, quando fu proprio Siviglia ad ottenere il monopolio dei traffici con il nuovo mondo.
Saluto / Mastino, Attilio. - 35.1:(2008), pp. 31-37. (Intervento presentato al convegno L'Africa romana: le ricchezze dell’Africa: risorse, produzioni, scambi: atti del 17. Convegno di studio).
Saluto
Mastino, Attilio
2008-01-01
Abstract
Cari amici, ventidue anni fa, quando prese avvio quest’avventura e iniziammo a lavorare sull’archeologia romana del Nord Africa non immaginavamo certo che l’iniziativa dell’Università degli Studi di Sassari partendo dalla piccola provinciaSardiniasi sarebbe sviluppata fino ad arrivare a queste dimensioni: oggi possiamo dire che i convegni sull’Africa romana, che si sono svolti in Sardegna, in Tunisia ed in Marocco, hanno rappresentato senza dubbio il momento più significativo di confronto tra studiosi europei e studiosi arabi, tra metodologie e approcci disciplinari differenti, il luogo deputato a presentare e discutere le scoperte archeologiche, ma anche epigrafiche, numismatiche, storiche avvenute annualmente in Libia, Tunisia, Algeria e Marocco: ora questa tappa spagnola a Siviglia, che rompe la polarità Sardegna-Africa, ci porta nella terra dell’Andalusia, nel luogo nel quale fiorì una grande cultura araba, in qualche modo erede del mondo classico e insieme aperta verso un mondo nuovo. La regione della Spagna che oggi ci accoglie, per la sua stessa posizione geografica, era ed è destinata ad un ruolo felice di crocevia: toccata dalle rotte atlantiche e mediterranee, l’anticaHispania Ulterior, poi denominataBaeticae infine Vandalusia, la terra dei Vandali, con le sue favolose ricchezze minerarie, racchiuse nel cuore della Sierra Morena, ha fissato per sempre nell’immaginario collettivo il mito delle sue ricchezze; la contiguità con la costa nord-africana della Mauretania ha favorito nell’antichità il passaggio di genti e di merci. Del resto il ruolo di frontiera di Siviglia, aperta verso ildescubrimiento, si è perpetuato sino all’età moderna, quando fu proprio Siviglia ad ottenere il monopolio dei traffici con il nuovo mondo.File | Dimensione | Formato | |
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