Non si può certo dire che il panorama degli studi dedicati alla storia della condizione femminile in Sardegna tra Settecento e Ottocento sia incoraggiante. Ad uno sparuto gruppo di lavori antropologici (assai poco attenti al mutamento) che hanno cominciato ad affrontare tematiche come il lavoro nella Sardegna tradizionale, la simbologia sessuale, le strategie di alleanza matrimoniale, le reti di parentela, il parto e la maternità, le donne e la medicina tradizionale, fa riscontro un vuoto desolante di studi storici legato, non solo al mancato emergere negli studi di storia della Sardegna di nuove tematiche e nuovi spunti metodologici assunti dalla storia sociale e dalle categorie antropologiche e psicoanalitiche; ma anche al debole interesse per la storia delle donne anche da parte delle storiche che, svolgendo attività di ricerca all'interno delle istituzioni accademiche, avrebbero potuto dare ad un'indagine in questa direzione un'impostazione saldamente legata ai canoni disciplinari. In mancanza dunque di un qualsiasi quadro di riferimento il tentativo di ricostruire la storia della condizione femminile per il Settecento e l'Ottocento non può che partire da un'"interrogazione" delle fonti d'archivio, per quanto limitate e riduttive siano le risposte che esse possono fornire. Escluse quelle ecclesiastiche e private, per le quali si pongono problemi non insignificanti di accessibilità, rimangono quelle degli archivi di Stato di Cagliari, di Sassari, di Nuoro, e di Oristano. La scelta di quello di Sassari non è casuale: si tratta, a differenza degli ultimi due, di un Archivio ricco di documenti settecenteschi e ottocenteschi; che copriva, fino all'istituzione della provincia di Nuoro, nel 1927, il 40% della superficie territoriale della Sardegna; e su cui insistevano due realtà diverse: quella agro-pastorale delle montagne centrali e quella agricola della parte centro-settentrionale, il "Capo di sopra" con al centro la città di Sassari, sede, nel periodo in esame, di importanti attività amministrative, commerciali, di rappresentanza e religiose.La mole documentaria, relativamente ridotta, ci ha permesso di individuare tre ambiti privilegiati su cui concentrare la ricerca: 1) gli atti notarili; 2) i fascicoli processuali penali e civili delle magistrature preunitarie e post-unitarie; 3) il Fondo Questura (i fascicoli personali pregiudicati deceduti).

La Storia delle donne negli archivi sardi (sec. XVIII-XIX): primi risultati e indicazioni di ricerca / Tognotti, Eugenia. - 10:(1989), pp. 155-182.

La Storia delle donne negli archivi sardi (sec. XVIII-XIX): primi risultati e indicazioni di ricerca

Tognotti, Eugenia
1989-01-01

Abstract

Non si può certo dire che il panorama degli studi dedicati alla storia della condizione femminile in Sardegna tra Settecento e Ottocento sia incoraggiante. Ad uno sparuto gruppo di lavori antropologici (assai poco attenti al mutamento) che hanno cominciato ad affrontare tematiche come il lavoro nella Sardegna tradizionale, la simbologia sessuale, le strategie di alleanza matrimoniale, le reti di parentela, il parto e la maternità, le donne e la medicina tradizionale, fa riscontro un vuoto desolante di studi storici legato, non solo al mancato emergere negli studi di storia della Sardegna di nuove tematiche e nuovi spunti metodologici assunti dalla storia sociale e dalle categorie antropologiche e psicoanalitiche; ma anche al debole interesse per la storia delle donne anche da parte delle storiche che, svolgendo attività di ricerca all'interno delle istituzioni accademiche, avrebbero potuto dare ad un'indagine in questa direzione un'impostazione saldamente legata ai canoni disciplinari. In mancanza dunque di un qualsiasi quadro di riferimento il tentativo di ricostruire la storia della condizione femminile per il Settecento e l'Ottocento non può che partire da un'"interrogazione" delle fonti d'archivio, per quanto limitate e riduttive siano le risposte che esse possono fornire. Escluse quelle ecclesiastiche e private, per le quali si pongono problemi non insignificanti di accessibilità, rimangono quelle degli archivi di Stato di Cagliari, di Sassari, di Nuoro, e di Oristano. La scelta di quello di Sassari non è casuale: si tratta, a differenza degli ultimi due, di un Archivio ricco di documenti settecenteschi e ottocenteschi; che copriva, fino all'istituzione della provincia di Nuoro, nel 1927, il 40% della superficie territoriale della Sardegna; e su cui insistevano due realtà diverse: quella agro-pastorale delle montagne centrali e quella agricola della parte centro-settentrionale, il "Capo di sopra" con al centro la città di Sassari, sede, nel periodo in esame, di importanti attività amministrative, commerciali, di rappresentanza e religiose.La mole documentaria, relativamente ridotta, ci ha permesso di individuare tre ambiti privilegiati su cui concentrare la ricerca: 1) gli atti notarili; 2) i fascicoli processuali penali e civili delle magistrature preunitarie e post-unitarie; 3) il Fondo Questura (i fascicoli personali pregiudicati deceduti).
1989
La Storia delle donne negli archivi sardi (sec. XVIII-XIX): primi risultati e indicazioni di ricerca / Tognotti, Eugenia. - 10:(1989), pp. 155-182.
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