In his rewriting of the myth of Hylas (Romul. 2), Dracontius realizes a complex process of hybridization of different Ovidian myths, which he displaces, transforms and even combines with additional literary memories in order to create a new meaning altogether. Also with regard to the locus amoenus, which is the background to Hylas’ abduction, Dracontius decidedly directs his choice towards the Ovidian setting, in the Metamorphoses, of many episodes of seduction, especially those related to water: suggestive places, with a reassuring appearance, which nevertheless are a prelude to a tragic outcome. However, intent on softening the most worrying elements of the Hylas episode and of the other Ovidian stories from which he draws inspiration, Dracontius deviates from his main model while also drawing on other sources (in this case Claudian’s De raptu Proserpinae). Thus his tale of Hylas comes to a ‘happy ending’: the locus amoenus motif, which, in Ovid’s Metamorphoses, represents paradise lost for the victims of erotic assaults, is transformed by Dracontius into a paradise gained.

Nella sua riscrittura del mito di Ila (Romul. 2) Draconzio realizza un complesso procedimento di ibridazione di diversi miti ovidiani, che disloca, trasforma e inoltre combina con ulteriori memorie letterarie a creare un significato inedito. Anche per quanto riguarda il locus amoenus che fa da sfondo al rapimento di Ila, Draconzio orienta decisamente la sua scelta verso le ambientazioni ovidiane che costituiscono nelle Metamorfosi frequenti scenari di episodi di seduzione, specie acquatica: luoghi suggestivi, dall’apparenza rassicurante, che preludono tuttavia a un esito drammatico. Draconzio però, in conformità con il suo modo di rielaborare questo mito nella direzione di un ammorbidimento dei caratteri inquietanti insiti nella storia stessa di Ila e nelle altre storie ovidiane alle quali egli si ispira, attua degli scarti dal suo modello principale, anche con l’apporto di altri referenti (nel caso specifico il Claudiano del De raptu Proserpinae), e la sua favola di Ila perviene a un ‘lieto fine’: il motivo del locus amoenus come paradiso perduto per le vittime degli assalti erotici nelle Metamorfosi di Ovidio viene metamorfosato in Draconzio in quello di un paradiso trovato.

«Mundum tibi nullus ademit». Il paradiso non-perduto per Ila in Draconzio «MUNDUM TIBI NULLUS ADEMIT». THE UNLOST PARADISE FOR HYLAS IN DRACONTIUS / Bruzzone, Antonella. - (2021), pp. 3-22.

«Mundum tibi nullus ademit». Il paradiso non-perduto per Ila in Draconzio «MUNDUM TIBI NULLUS ADEMIT». THE UNLOST PARADISE FOR HYLAS IN DRACONTIUS

Antonella Bruzzone
2021-01-01

Abstract

In his rewriting of the myth of Hylas (Romul. 2), Dracontius realizes a complex process of hybridization of different Ovidian myths, which he displaces, transforms and even combines with additional literary memories in order to create a new meaning altogether. Also with regard to the locus amoenus, which is the background to Hylas’ abduction, Dracontius decidedly directs his choice towards the Ovidian setting, in the Metamorphoses, of many episodes of seduction, especially those related to water: suggestive places, with a reassuring appearance, which nevertheless are a prelude to a tragic outcome. However, intent on softening the most worrying elements of the Hylas episode and of the other Ovidian stories from which he draws inspiration, Dracontius deviates from his main model while also drawing on other sources (in this case Claudian’s De raptu Proserpinae). Thus his tale of Hylas comes to a ‘happy ending’: the locus amoenus motif, which, in Ovid’s Metamorphoses, represents paradise lost for the victims of erotic assaults, is transformed by Dracontius into a paradise gained.
2021
978-88-9290-157-5
Nella sua riscrittura del mito di Ila (Romul. 2) Draconzio realizza un complesso procedimento di ibridazione di diversi miti ovidiani, che disloca, trasforma e inoltre combina con ulteriori memorie letterarie a creare un significato inedito. Anche per quanto riguarda il locus amoenus che fa da sfondo al rapimento di Ila, Draconzio orienta decisamente la sua scelta verso le ambientazioni ovidiane che costituiscono nelle Metamorfosi frequenti scenari di episodi di seduzione, specie acquatica: luoghi suggestivi, dall’apparenza rassicurante, che preludono tuttavia a un esito drammatico. Draconzio però, in conformità con il suo modo di rielaborare questo mito nella direzione di un ammorbidimento dei caratteri inquietanti insiti nella storia stessa di Ila e nelle altre storie ovidiane alle quali egli si ispira, attua degli scarti dal suo modello principale, anche con l’apporto di altri referenti (nel caso specifico il Claudiano del De raptu Proserpinae), e la sua favola di Ila perviene a un ‘lieto fine’: il motivo del locus amoenus come paradiso perduto per le vittime degli assalti erotici nelle Metamorfosi di Ovidio viene metamorfosato in Draconzio in quello di un paradiso trovato.
«Mundum tibi nullus ademit». Il paradiso non-perduto per Ila in Draconzio «MUNDUM TIBI NULLUS ADEMIT». THE UNLOST PARADISE FOR HYLAS IN DRACONTIUS / Bruzzone, Antonella. - (2021), pp. 3-22.
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