Di fronte alle mutazioni che stanno investendo la città contemporanea il saggio invita a non farsi ingabbiare negli orizzonti del già noto e nella nostalgia degli orizzonti perduti. Nella consapevolezza che, solo accettando questa fase di smarrimento, sia possibile rigenerare le nostre capacità percettive, ci esorta ad esplorare il paesaggio urbano che ci circonda e ci appartiene. Un paesaggio altamente diversificato e in continuo movimento, in cui sottotraccia spingono forze ed energie che non si vedono, ma che lavorano continuamente per produrre un incessante cambiamento. Nel proporre uno smarcamento da una nozione di reale appiattita sulla dimensione del visibile e su un’idea di contemporaneo schiacciata nella simultaneità del presente, ci spinge ad entrare in contatto con le memorie contenute nelle profondità del territorio e a muoverci al limite del figurabile per vedere se qualcosa di nuovo si muove e scintilla. È da questo prendere “coscienza di un esserci”, infatti, che può nutrirsi un progetto capace di rendere visibile e non riprodurre il visibile e di dar forma a quell’immagine inespressa di città che ancora non riesce a venire alla luce.
Attraversare lo smarrimento / Decandia, Lidia. - (2021).
Attraversare lo smarrimento
Decandia Lidia
2021-01-01
Abstract
Di fronte alle mutazioni che stanno investendo la città contemporanea il saggio invita a non farsi ingabbiare negli orizzonti del già noto e nella nostalgia degli orizzonti perduti. Nella consapevolezza che, solo accettando questa fase di smarrimento, sia possibile rigenerare le nostre capacità percettive, ci esorta ad esplorare il paesaggio urbano che ci circonda e ci appartiene. Un paesaggio altamente diversificato e in continuo movimento, in cui sottotraccia spingono forze ed energie che non si vedono, ma che lavorano continuamente per produrre un incessante cambiamento. Nel proporre uno smarcamento da una nozione di reale appiattita sulla dimensione del visibile e su un’idea di contemporaneo schiacciata nella simultaneità del presente, ci spinge ad entrare in contatto con le memorie contenute nelle profondità del territorio e a muoverci al limite del figurabile per vedere se qualcosa di nuovo si muove e scintilla. È da questo prendere “coscienza di un esserci”, infatti, che può nutrirsi un progetto capace di rendere visibile e non riprodurre il visibile e di dar forma a quell’immagine inespressa di città che ancora non riesce a venire alla luce.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.