«Nella misura in cui lo sviluppo dell’interazione degli uomini con il computer rovescia l’odierna relazione tra l’uomo e l’informazione, collocando l’uomo all’interno dell’informazione, esso è un problema architettonico, ma oltre a questo il ciberspazio ha una propria architettura e inoltre può contenere architettura […] il ciberspazio è architettura; il ciberspazio ha architettura; e il ciberspazio contiene architettura» (Novak, 1993). La dimensione liquida alla quale siamo stati costretti in maniera traumatica nei tempi recenti, ci pone davanti all’assenza improvvisa delle tradizionali modalità di scambio di «beni, affetti e informazioni» (Choay, 2000), non più legate alla dimensione fisica dell’urbs, ma a quelle della dimensione digitale. Il trasferimento obbligato delle relazioni su piattaforme on line, azzerando le distanze spazio-temporali, ha mostrato inedite modalità di interazione per nuove «adhocrazie» (Bennis & Slater, 1968) che in maniera momentanea si confrontano, conoscono ed apprendono in una convergenza di intenzioni e in una dimensione determinata. Il cyberspace dunque come affermazione di una realtà «multidimensionale» che può essere esperita e attraversata da tutti senza che vi siano gli stessi vincoli dello spazio e del tempo (Tagliagambe, 2005) ma che ci pone continuamente davanti a una mancanza, a quella del corpo e della nostra necessità di esperire con la totalità dei sensi. In questo senso la ricerca si pone come obiettivo la rinnovata necessità di collocare l’uomo nella sua dimensione di totalità (Einstein, 2019), attraverso la rilettura delle esperienze avanguardistiche del XX secolo, che nel Bauhaus hanno trovato sintesi nell’indagine dello spazio in relazione alla complessità dell’uomo (Otto, Rössler, 2019), secondo un approccio antropocentrico e neo-umanistico, ripartendo dalle stesse forme di simboliche di rappresentazione (Panofsky, 1927). Recuperare quindi un senso di appartenenza comune attraverso nuove modalità di interazione tra corpo e spazio progettato.

Il progetto dello spazio: verso la riappropriazione della totalità / Cabras, Lino. - (2021), pp. 98-100. (Intervento presentato al convegno 4 Webinar meeting ProArch 4. Design research languages. Architectural design as research product and possible communication tools tenutosi a Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Ferrara (on-line) nel 4, 11, 18, 25 novembre 2020).

Il progetto dello spazio: verso la riappropriazione della totalità

Lino Cabras
2021-01-01

Abstract

«Nella misura in cui lo sviluppo dell’interazione degli uomini con il computer rovescia l’odierna relazione tra l’uomo e l’informazione, collocando l’uomo all’interno dell’informazione, esso è un problema architettonico, ma oltre a questo il ciberspazio ha una propria architettura e inoltre può contenere architettura […] il ciberspazio è architettura; il ciberspazio ha architettura; e il ciberspazio contiene architettura» (Novak, 1993). La dimensione liquida alla quale siamo stati costretti in maniera traumatica nei tempi recenti, ci pone davanti all’assenza improvvisa delle tradizionali modalità di scambio di «beni, affetti e informazioni» (Choay, 2000), non più legate alla dimensione fisica dell’urbs, ma a quelle della dimensione digitale. Il trasferimento obbligato delle relazioni su piattaforme on line, azzerando le distanze spazio-temporali, ha mostrato inedite modalità di interazione per nuove «adhocrazie» (Bennis & Slater, 1968) che in maniera momentanea si confrontano, conoscono ed apprendono in una convergenza di intenzioni e in una dimensione determinata. Il cyberspace dunque come affermazione di una realtà «multidimensionale» che può essere esperita e attraversata da tutti senza che vi siano gli stessi vincoli dello spazio e del tempo (Tagliagambe, 2005) ma che ci pone continuamente davanti a una mancanza, a quella del corpo e della nostra necessità di esperire con la totalità dei sensi. In questo senso la ricerca si pone come obiettivo la rinnovata necessità di collocare l’uomo nella sua dimensione di totalità (Einstein, 2019), attraverso la rilettura delle esperienze avanguardistiche del XX secolo, che nel Bauhaus hanno trovato sintesi nell’indagine dello spazio in relazione alla complessità dell’uomo (Otto, Rössler, 2019), secondo un approccio antropocentrico e neo-umanistico, ripartendo dalle stesse forme di simboliche di rappresentazione (Panofsky, 1927). Recuperare quindi un senso di appartenenza comune attraverso nuove modalità di interazione tra corpo e spazio progettato.
2021
979-12-80379-00-9
Il progetto dello spazio: verso la riappropriazione della totalità / Cabras, Lino. - (2021), pp. 98-100. (Intervento presentato al convegno 4 Webinar meeting ProArch 4. Design research languages. Architectural design as research product and possible communication tools tenutosi a Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Ferrara (on-line) nel 4, 11, 18, 25 novembre 2020).
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