After the important historical-archaeological study by Filippo Coarelli, here we discuss the late Republican dedication to the god Verminus, engraved on an hourglass altar dating back to 142 b. C., coming from the agger of the Servian Walls, near the Viminalis gate. Once again, the key role of the duoviro appointed under the law Plaetoria (de dedicatione), A(ulus) Postumius A (uli) f (ilius) A(uli) n(epos) Albi(nus) emerges once again, in charge of the restoration of this altar and other altars, such as the urban ones near the cult area of Largo Argentina placed to the goddess Feronia and perhaps to Iuturna. The rare cult of the god Verminus is analyzed by crossing the ancient sources, in particular Giulio Ossequente and Orosio, underlining the dual function attributed to the god: protector and healer from the serious epidemic that raged in Rome in 142 b. C. and which first involved animals living in rural areas and then men in urban areas, according to the well-known effect of the «cross species transmission». It is a precious testimony to the complexity of Roman religion, analyzed through the physiognomy of an almost unknown god, whose cult - practiced outside the pomerium - has conservative characteristics but also records signs of innovation, albeit very timid.

Dopo l’importante studio storico-archeologico di Filippo Coarelli, in questa sede si discute la dedica tardo-repubblicana al dio Verminus, incisa su un’ara a clessidra databile al 142 a.C., proveniente dall’agger delle Mura Serviane, presso la porta Viminalis. Emerge ancora una volta il ruolo chiave del duoviro nominato in base alla legge Plaetoria (de dedicatione), A(ulus) Postumius A(uli) f(ilius) A(uli) n(epos) Albi(nus), incaricato del restauro di quest’ara e di altri altari, come quelli urbani presso l’area cultuale di Largo Argentina posti alla dea Feronia e forse a Iuturna. Il raro culto del dio Verminus viene analizzato incrociando le fonti antiche, in particolare Giulio Ossequente e Orosio, sottolineando la duplice funzione attribuita al dio: protettore e guaritore dalla grave epidemia che imperversò a Roma nel 142 a.C. e che coinvolse prima gli animali stanziati in ambito rurale e poi gli uomini in ambito urbano, secondo il noto effetto del «salto di specie». Si tratta di una preziosa testimonianza della complessità della religione romana, analizzata attraverso la fisionomia di un dio quasi sconosciuto, il cui culto – praticato all’uscita dal pomerio - presenta caratteristiche conservative ma anche registra segnali di innovazione, sia pur timidissimi.

Il dio Verminus protettore della città: ipotesi sull’epidemia del 142 a.C. a Roma che dal bestiame dell’agro si diffuse tra la popolazione urbana / Ruggeri, Paola. - (2021), pp. 263-277.

Il dio Verminus protettore della città: ipotesi sull’epidemia del 142 a.C. a Roma che dal bestiame dell’agro si diffuse tra la popolazione urbana

Ruggeri, Paola
2021-01-01

Abstract

After the important historical-archaeological study by Filippo Coarelli, here we discuss the late Republican dedication to the god Verminus, engraved on an hourglass altar dating back to 142 b. C., coming from the agger of the Servian Walls, near the Viminalis gate. Once again, the key role of the duoviro appointed under the law Plaetoria (de dedicatione), A(ulus) Postumius A (uli) f (ilius) A(uli) n(epos) Albi(nus) emerges once again, in charge of the restoration of this altar and other altars, such as the urban ones near the cult area of Largo Argentina placed to the goddess Feronia and perhaps to Iuturna. The rare cult of the god Verminus is analyzed by crossing the ancient sources, in particular Giulio Ossequente and Orosio, underlining the dual function attributed to the god: protector and healer from the serious epidemic that raged in Rome in 142 b. C. and which first involved animals living in rural areas and then men in urban areas, according to the well-known effect of the «cross species transmission». It is a precious testimony to the complexity of Roman religion, analyzed through the physiognomy of an almost unknown god, whose cult - practiced outside the pomerium - has conservative characteristics but also records signs of innovation, albeit very timid.
2021
9788875941505
Dopo l’importante studio storico-archeologico di Filippo Coarelli, in questa sede si discute la dedica tardo-repubblicana al dio Verminus, incisa su un’ara a clessidra databile al 142 a.C., proveniente dall’agger delle Mura Serviane, presso la porta Viminalis. Emerge ancora una volta il ruolo chiave del duoviro nominato in base alla legge Plaetoria (de dedicatione), A(ulus) Postumius A(uli) f(ilius) A(uli) n(epos) Albi(nus), incaricato del restauro di quest’ara e di altri altari, come quelli urbani presso l’area cultuale di Largo Argentina posti alla dea Feronia e forse a Iuturna. Il raro culto del dio Verminus viene analizzato incrociando le fonti antiche, in particolare Giulio Ossequente e Orosio, sottolineando la duplice funzione attribuita al dio: protettore e guaritore dalla grave epidemia che imperversò a Roma nel 142 a.C. e che coinvolse prima gli animali stanziati in ambito rurale e poi gli uomini in ambito urbano, secondo il noto effetto del «salto di specie». Si tratta di una preziosa testimonianza della complessità della religione romana, analizzata attraverso la fisionomia di un dio quasi sconosciuto, il cui culto – praticato all’uscita dal pomerio - presenta caratteristiche conservative ma anche registra segnali di innovazione, sia pur timidissimi.
Il dio Verminus protettore della città: ipotesi sull’epidemia del 142 a.C. a Roma che dal bestiame dell’agro si diffuse tra la popolazione urbana / Ruggeri, Paola. - (2021), pp. 263-277.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/246699
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact