Interrogando fonti diverse e seguendo in parallelo la storia del PCI, il libro ripercorre la storia dell’«Unità» a partire dalla lettera sulla sua fondazione, che Gramsci scrive da Mosca nel settembre del ’23. Non un giornale di partito, chiuso, settario, carbonaro: quello a cui pensa Gramsci dovrà essere il giornale di un partito di massa. Negli anni della clandestinità questo programma sarà vero però solo in parte: il giornale non riuscirà a sciogliere la contraddizione fra la sua originaria ispirazione e la dura realtà del giornaletto illegale, che persegue il sogno illusorio della rivoluzione. Nell’età dei fronti popolari e durante la guerra di Spagna, prima che il «Grande terrore» staliniano imponga il diktat di Mosca al partito italiano e al suo giornale, «l’Unità» si apre ai giovani, ai cattolici, a tutti gli ambienti antifascisti, riprendendo la sua vocazione nazionalpopolare. Nelle Appendici del volume, sono riprodotte alcune lettere di militanti comunisti, rinvenute presso l’Archivio centrale dello Stato. Spedite in Italia dalla Francia e dalla Svizzera e sequestrate dalla polizia assieme all’«Unità» clandestina, le lettere degli emigrati italiani sono un contributo straordinario per ricostruire l’identikit dei lettori dell’«Unità».
"l'Unità" 1924-1939. Un giornale "nazionale e "popolare" - nuova edizione aggiornata / Lussana, Fiamma. - (2021), pp. 1-338.
"l'Unità" 1924-1939. Un giornale "nazionale e "popolare" - nuova edizione aggiornata
Fiamma Lussana
2021-01-01
Abstract
Interrogando fonti diverse e seguendo in parallelo la storia del PCI, il libro ripercorre la storia dell’«Unità» a partire dalla lettera sulla sua fondazione, che Gramsci scrive da Mosca nel settembre del ’23. Non un giornale di partito, chiuso, settario, carbonaro: quello a cui pensa Gramsci dovrà essere il giornale di un partito di massa. Negli anni della clandestinità questo programma sarà vero però solo in parte: il giornale non riuscirà a sciogliere la contraddizione fra la sua originaria ispirazione e la dura realtà del giornaletto illegale, che persegue il sogno illusorio della rivoluzione. Nell’età dei fronti popolari e durante la guerra di Spagna, prima che il «Grande terrore» staliniano imponga il diktat di Mosca al partito italiano e al suo giornale, «l’Unità» si apre ai giovani, ai cattolici, a tutti gli ambienti antifascisti, riprendendo la sua vocazione nazionalpopolare. Nelle Appendici del volume, sono riprodotte alcune lettere di militanti comunisti, rinvenute presso l’Archivio centrale dello Stato. Spedite in Italia dalla Francia e dalla Svizzera e sequestrate dalla polizia assieme all’«Unità» clandestina, le lettere degli emigrati italiani sono un contributo straordinario per ricostruire l’identikit dei lettori dell’«Unità».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.