L’approvvigionamento idropotabile della Sardegna mostra, da tempo, alcune criticità: carenza di disponibilità di acque profonde, conseguente maggiore impiego di acque superficiali (85%), condizione di eutrofia più evidente in alcuni laghi, elevata percentuale di acque potabilizzate, difficoltà di potabilizzazione, la più elevata percentuale tra le regioni italiane in merito alla dispersione di acqua in rete e sfiducia nel bere acqua di rubinetto. Inoltre, non è infrequente il riscontro di Disinfection By Products (DBPs) potenzialmente dannosi per la salute. Al fine di ridurre la presenza di tali composti, nell’arco degli anni, in vari impianti sono state adottate differenti metodiche di disinfezione passando dall’ipoclorito di sodio al biossido di cloro come disinfettante primario da solo, o successivamente, associato alla monocloramina come disinfettante secondario. In tale articolato contesto, anche sulla base degli esiti di ricerche condotte in altri ambiti geografici che hanno evidenziato la presenza di sostanze mutageno/cancerogene provenienti sia dal corpo idrico di attingimento sia dagli stessi sistemi di disinfezione nonché per il passaggio dell’acqua potabile nella rete idrica, lo scopo dello studio è stato quello di valutare la presenza e la formazione di sostanze genotossiche in acque provenienti da 4 acquedotti della Sardegna centro-settentrionale in tre successive tappe della potabilizzazione anche per poter fornire al gestore idrico informazioni utili per migliorare la qualità dell’acqua. Pertanto, acque grezze, disinfettate e distribuite in rete a circa 550.000 abitanti, dopo una preliminare caratterizzazione chimica e microbiologica, sono state sottoposte a differenti test: su acqua tal quale, test dei micronuclei e delle aberrazioni cromosomiche in radici di Allium cepa e, su acqua concentrata mediante adsorbimento in fase solida con cartucce di silice C18, test della microgelelettroforesi a singola cellula (test della cometa), test dei micronuclei su cellule HepG2 di epatocarcinoma umano in vitro e test di Ames su ceppi TA98 e TA100 di Salmonella typhimurium. I risultati ottenuti attraverso i test di genotossicità / mutagenicità hanno evidenziato presenza di xenobiotici nelle acque grezze, disinfettate e distribuite in rete provenienti dai quattro laghi oggetto di indagine. Il Comet test ha mostrato il maggior numero di risultati positivi in accordo con il test di Ames e/o con il test in Allium. L’uso di cloramine associate ad altri disinfettanti non ha eliminato la mutagenicità riscontrata nell’acqua grezza e quando l’acqua grezza non era mutagena ha introdotto sostanze mutagene/genotossiche. Si evidenzia, pertanto, la necessità di effettuare ulteriori indagini di valutazione del rischio e di adottare interventi di prevenzione finalizzati a migliorare la qualità dell’acqua di questi bacini per ridurre i rischi per la salute associati alla mutagenicità dell’acqua potabile.

Studio della genotossicità di acque superficiali e potabili trattate con differenti metodologie di disinfezione per la gestione del rischio idropotabile / Azara, Antonio; Feretti, Donatella; Moretti, Massimo; Monarca, Silvano. - In: JOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE. - ISSN 2421-4248. - 60:3(2019), pp. 103-103. (Intervento presentato al convegno Le evidenze scientifiche per la Sanità Pubblica: dalle emergenze alla promozione della salute tenutosi a Perugia nel 16-19 Ottobre 2019).

Studio della genotossicità di acque superficiali e potabili trattate con differenti metodologie di disinfezione per la gestione del rischio idropotabile

AZARA ANTONIO
Conceptualization
;
2019-01-01

Abstract

L’approvvigionamento idropotabile della Sardegna mostra, da tempo, alcune criticità: carenza di disponibilità di acque profonde, conseguente maggiore impiego di acque superficiali (85%), condizione di eutrofia più evidente in alcuni laghi, elevata percentuale di acque potabilizzate, difficoltà di potabilizzazione, la più elevata percentuale tra le regioni italiane in merito alla dispersione di acqua in rete e sfiducia nel bere acqua di rubinetto. Inoltre, non è infrequente il riscontro di Disinfection By Products (DBPs) potenzialmente dannosi per la salute. Al fine di ridurre la presenza di tali composti, nell’arco degli anni, in vari impianti sono state adottate differenti metodiche di disinfezione passando dall’ipoclorito di sodio al biossido di cloro come disinfettante primario da solo, o successivamente, associato alla monocloramina come disinfettante secondario. In tale articolato contesto, anche sulla base degli esiti di ricerche condotte in altri ambiti geografici che hanno evidenziato la presenza di sostanze mutageno/cancerogene provenienti sia dal corpo idrico di attingimento sia dagli stessi sistemi di disinfezione nonché per il passaggio dell’acqua potabile nella rete idrica, lo scopo dello studio è stato quello di valutare la presenza e la formazione di sostanze genotossiche in acque provenienti da 4 acquedotti della Sardegna centro-settentrionale in tre successive tappe della potabilizzazione anche per poter fornire al gestore idrico informazioni utili per migliorare la qualità dell’acqua. Pertanto, acque grezze, disinfettate e distribuite in rete a circa 550.000 abitanti, dopo una preliminare caratterizzazione chimica e microbiologica, sono state sottoposte a differenti test: su acqua tal quale, test dei micronuclei e delle aberrazioni cromosomiche in radici di Allium cepa e, su acqua concentrata mediante adsorbimento in fase solida con cartucce di silice C18, test della microgelelettroforesi a singola cellula (test della cometa), test dei micronuclei su cellule HepG2 di epatocarcinoma umano in vitro e test di Ames su ceppi TA98 e TA100 di Salmonella typhimurium. I risultati ottenuti attraverso i test di genotossicità / mutagenicità hanno evidenziato presenza di xenobiotici nelle acque grezze, disinfettate e distribuite in rete provenienti dai quattro laghi oggetto di indagine. Il Comet test ha mostrato il maggior numero di risultati positivi in accordo con il test di Ames e/o con il test in Allium. L’uso di cloramine associate ad altri disinfettanti non ha eliminato la mutagenicità riscontrata nell’acqua grezza e quando l’acqua grezza non era mutagena ha introdotto sostanze mutagene/genotossiche. Si evidenzia, pertanto, la necessità di effettuare ulteriori indagini di valutazione del rischio e di adottare interventi di prevenzione finalizzati a migliorare la qualità dell’acqua di questi bacini per ridurre i rischi per la salute associati alla mutagenicità dell’acqua potabile.
2019
Studio della genotossicità di acque superficiali e potabili trattate con differenti metodologie di disinfezione per la gestione del rischio idropotabile / Azara, Antonio; Feretti, Donatella; Moretti, Massimo; Monarca, Silvano. - In: JOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE. - ISSN 2421-4248. - 60:3(2019), pp. 103-103. (Intervento presentato al convegno Le evidenze scientifiche per la Sanità Pubblica: dalle emergenze alla promozione della salute tenutosi a Perugia nel 16-19 Ottobre 2019).
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