Come recuperare il divario Nord-Sud nell’applicazione dei LEA A. Azara 1 1Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Sperimentali - Università degli Studi di Sassari Definiti attraverso il DPCM 29.11.2001, e recentemente aggiornati attraverso il DPCM 12.01.2017, i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) rappresentano prestazioni e servizi, articolati in tre grandi livelli, che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) eroga utilizzando risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale. La verifica del raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute perseguiti dal SSN avviene monitorando 35 indicatori della “griglia LEA” che individuano, anche attraverso un punteggio sintetico, punti di forza e criticità di erogazione nei contesti regionali anche se, alcune Regioni non sono soggette a formale verifica. Nell’ultima rilevazione, riferita al 2015, 11 regioni (prevalentemente nel centro-nord) risultano adempienti mentre, 5 regioni meridionali sono “inadempienti” soprattutto in alcune aree (vaccinazioni, screening, assistenza ad anziani e disabili, appropriatezza nell’assistenza ospedaliera). L’andamento 2012-2015 evidenzia una variazione del numero di regioni “adempienti” (10 nel 2012, 9 nel 2013, 13 nel 2014, 11 nel 2015); dati provvisori del 2016 riportano un incremento del punteggio per quasi tutte le regioni eccetto Toscana e Calabria. Per quanto tali differenze in ambito sanitario siano assimilabili ad altri aspetti socioeconomici, che vedono le regioni del meridione spesso meno performanti di quelle settentrionali, è quanto mai opportuna l’adozione di un ampio programma di azione concordato tra vari stakeholder (politici, operatori sanitari, cittadini). Tale programma, prevalentemente indirizzato verso le criticità rilevate, dovrebbe segnare il passaggio da “Piani di rientro economici” a “Piani di rientro dei LEA” definendo obiettivi, azioni, tempi e prevedendo, tra gli altri, una serie di interventi di politica sanitaria, tra cui: • miglioramento del sistema informativo teso sia ad incrementare la qualità sia a ridurre il divario temporale nella disponibilità dei dati rispetto al periodo di riferimento; • disponibilità di investimenti straordinari per coprire il gap strutturale e tecnologico, previsione di quote premiali e riequilibrio dei criteri di riparto del FSN che valuti adeguatamente non solo il criterio demografico ma anche mortalità e condizioni socio-economiche; • adozione di interventi di formazione ed aggiornamento del personale e di più moderni modelli organizzativi. Tali interventi potrebbero, inoltre, ottenere esternalità positive trattenendo al Sud risorse economiche che, trasferendosi al Nord attraverso la mobilità passiva, alimentano disequità tra diverse parti del Paese. Pertanto, a salvaguardia dei principi di un SSN “universale”, appare opportuna una riflessione su modelli di SSR federalisti e su nuovi rapporti Stato-Regioni, che garantiscano una riduzione delle differenze in termini di rapporto risorse/efficacia fra le regioni - con evidenti disequilibri - attribuibili a scelte politico/gestionali anche fortemente localistiche.

Come recuperare il divario Nord-Sud nell’applicazione dei LEA / Azara, Antonio. - (2018), pp. 595-595. (Intervento presentato al convegno 51° Congresso Nazionale S.It.I. I PRIMI 40 ANNI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE: IL CONTRIBUTO DELL’IGIENE ALLA SALUTE E ALL’EQUITÀ. tenutosi a Riva del Garda nel 17-20 ottobre 2018).

Come recuperare il divario Nord-Sud nell’applicazione dei LEA

Azara Antonio
2018-01-01

Abstract

Come recuperare il divario Nord-Sud nell’applicazione dei LEA A. Azara 1 1Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Sperimentali - Università degli Studi di Sassari Definiti attraverso il DPCM 29.11.2001, e recentemente aggiornati attraverso il DPCM 12.01.2017, i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) rappresentano prestazioni e servizi, articolati in tre grandi livelli, che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) eroga utilizzando risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale. La verifica del raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute perseguiti dal SSN avviene monitorando 35 indicatori della “griglia LEA” che individuano, anche attraverso un punteggio sintetico, punti di forza e criticità di erogazione nei contesti regionali anche se, alcune Regioni non sono soggette a formale verifica. Nell’ultima rilevazione, riferita al 2015, 11 regioni (prevalentemente nel centro-nord) risultano adempienti mentre, 5 regioni meridionali sono “inadempienti” soprattutto in alcune aree (vaccinazioni, screening, assistenza ad anziani e disabili, appropriatezza nell’assistenza ospedaliera). L’andamento 2012-2015 evidenzia una variazione del numero di regioni “adempienti” (10 nel 2012, 9 nel 2013, 13 nel 2014, 11 nel 2015); dati provvisori del 2016 riportano un incremento del punteggio per quasi tutte le regioni eccetto Toscana e Calabria. Per quanto tali differenze in ambito sanitario siano assimilabili ad altri aspetti socioeconomici, che vedono le regioni del meridione spesso meno performanti di quelle settentrionali, è quanto mai opportuna l’adozione di un ampio programma di azione concordato tra vari stakeholder (politici, operatori sanitari, cittadini). Tale programma, prevalentemente indirizzato verso le criticità rilevate, dovrebbe segnare il passaggio da “Piani di rientro economici” a “Piani di rientro dei LEA” definendo obiettivi, azioni, tempi e prevedendo, tra gli altri, una serie di interventi di politica sanitaria, tra cui: • miglioramento del sistema informativo teso sia ad incrementare la qualità sia a ridurre il divario temporale nella disponibilità dei dati rispetto al periodo di riferimento; • disponibilità di investimenti straordinari per coprire il gap strutturale e tecnologico, previsione di quote premiali e riequilibrio dei criteri di riparto del FSN che valuti adeguatamente non solo il criterio demografico ma anche mortalità e condizioni socio-economiche; • adozione di interventi di formazione ed aggiornamento del personale e di più moderni modelli organizzativi. Tali interventi potrebbero, inoltre, ottenere esternalità positive trattenendo al Sud risorse economiche che, trasferendosi al Nord attraverso la mobilità passiva, alimentano disequità tra diverse parti del Paese. Pertanto, a salvaguardia dei principi di un SSN “universale”, appare opportuna una riflessione su modelli di SSR federalisti e su nuovi rapporti Stato-Regioni, che garantiscano una riduzione delle differenze in termini di rapporto risorse/efficacia fra le regioni - con evidenti disequilibri - attribuibili a scelte politico/gestionali anche fortemente localistiche.
2018
Come recuperare il divario Nord-Sud nell’applicazione dei LEA / Azara, Antonio. - (2018), pp. 595-595. (Intervento presentato al convegno 51° Congresso Nazionale S.It.I. I PRIMI 40 ANNI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE: IL CONTRIBUTO DELL’IGIENE ALLA SALUTE E ALL’EQUITÀ. tenutosi a Riva del Garda nel 17-20 ottobre 2018).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/215950
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact