Nel XIII secolo la lotta per il controllo dei territori del Logudoro, che coinvolse l’Impero e il Papato, i Comuni di Pisa e di Genova, gli Angiò e l’Aragona, vide prevalere i pisani alleati dei giudici d’Arborea e Gallura: nel 1272 Sassari accoglieva il podestà inviato da Pisa riconoscendo l’egemonia politica della città toscana. Il podestariato imprimeva una nuova fisionomia istituzionale e urbanistica alla città, già popolata da mercanti e artigiani di origine toscana e ligure. Ma fu l’introduzione del regime statutario, nel quale erano visibili le analogie con la legislazione pisana che influì in maniera evidente nella struttura politico-amministrativa del Comune, e nella legislazione civile e criminale. L’analisi comparata delle norme penali contenute nel Breve communis pisani del 1286 e negli Statuti di Sassari (libro III e parte del libro I), ha permesso di evidenziare l’intreccio di elementi della tradizione comunale italiana di Pisa e di Genova (Convenzione del 1294). Anche negli Statuti di Sassari il reato era considerato non un’offesa privata ma un turbamento dell’ordine pubblico, che escludeva la composizione come mezzo di cancellazione del delitto. Le disposizioni statutarie avevano preso il posto delle consuetudines nel considerare l’inquisitio remedium ordinarium e per ogni crimine era possibile inquiri ad publicam vindictam.
Interest rei publicae ne maleficia remaneant impunita : la giustizia penale negli Statuti di Sassari / Nieddu, Annamari. - (2019), pp. 379-408.
Interest rei publicae ne maleficia remaneant impunita : la giustizia penale negli Statuti di Sassari
Annamari Nieddu
2019-01-01
Abstract
Nel XIII secolo la lotta per il controllo dei territori del Logudoro, che coinvolse l’Impero e il Papato, i Comuni di Pisa e di Genova, gli Angiò e l’Aragona, vide prevalere i pisani alleati dei giudici d’Arborea e Gallura: nel 1272 Sassari accoglieva il podestà inviato da Pisa riconoscendo l’egemonia politica della città toscana. Il podestariato imprimeva una nuova fisionomia istituzionale e urbanistica alla città, già popolata da mercanti e artigiani di origine toscana e ligure. Ma fu l’introduzione del regime statutario, nel quale erano visibili le analogie con la legislazione pisana che influì in maniera evidente nella struttura politico-amministrativa del Comune, e nella legislazione civile e criminale. L’analisi comparata delle norme penali contenute nel Breve communis pisani del 1286 e negli Statuti di Sassari (libro III e parte del libro I), ha permesso di evidenziare l’intreccio di elementi della tradizione comunale italiana di Pisa e di Genova (Convenzione del 1294). Anche negli Statuti di Sassari il reato era considerato non un’offesa privata ma un turbamento dell’ordine pubblico, che escludeva la composizione come mezzo di cancellazione del delitto. Le disposizioni statutarie avevano preso il posto delle consuetudines nel considerare l’inquisitio remedium ordinarium e per ogni crimine era possibile inquiri ad publicam vindictam.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.