Territori della rigenerazione in ambienti fragili

Le situazioni di disorientamento mostrate dall’attuale condizione urbana, evidenziano le criticità del rapporto tra ambiente insediato e ambiente naturale in luoghi caratterizzati dalla bassa densità. Si tratta di luoghi nei quali la componente insediativa non ha incorporato quella naturale, pur fortemente pervasiva. L’esito di tale criticità ha causato lo straniamento dei caratteri fondanti. Caratteri che, sedimentatisi nel tempo, si sono ridotti a sfondo passivo, insieme di frammenti svuotati di significato. I territori così trasfigurati rappresentano i luoghi della mancanza nei quali si prefigura la perdita e la deriva dalla dimensione urbana. L’esito di tali dinamiche è palese nei territori che hanno subito questi processi. Essi presentano radicalmente alterate sia le condizioni fisiche, sia i significati profondi incorporati nel tempo. La fragilità di questi territori non deriva solo dalla loro vulnerabilità fisica, ma anche dalla condizione di perifericità alla quale sono stati relegati dalla dimensione insediativa dominante. Questa, sostituendosi e impossessandosi dei loro spazi significanti li ha esautorati confinandoli. Tale condizione induce una riflessione sulle possibilità di rigenerazione che possono essere affidate al progetto, in virtù della sua capacità di rivelare le potenzialità dei luoghi operando per modificazioni, sostituzioni e integrazioni. La riflessione esplora alcuni contributi progettuali in cui la ricerca dell’interazione fra natura e artificio ha generato luoghi di elevata qualità spaziale e fruitiva a partire dalla condizione di marginalità imposta dalle realtà insediative. In questo modo il processo di modificazione dello spazio in aree critiche consegue l’obiettivo di trasferire in esse inedite valenze urbane. Queste possono far acquisire nuovi significati, in grado di esprimere proficue relazioni tra conoscenza del contesto e utilizzazione di questa conoscenza per la sua modificazione.