Le questioni legate a processi di distinzione, separazione o sicurezza, che mettono in discussione il buon vivere nelle scuole come anche nelle città contemporanee, sono molteplici. Resta ancora diffusa l’idea di fondo se- condo la quale con la scolarizzazione istituzionale tutti gli uomini, che non nascono uguali, lo diventino grazie a essa. Gli individui entrano a far parte, come cittadini-consumatori, di una società dove lo spettacolo, inteso in senso debordiano, costituisce il modello presente della vita socialmente dominante e rappresenta la “produzione” principale della società attuale. La trasformazione del linguaggio ha coinvolto anche le forme verbali, come ad esempio i termini “abitare” e “imparare”, ai quali si dovrebbero attribuire forme di azione. Queste parole fanno riferimento a sostantivi di prodotti, merci e servizi da fornire, che annullano la capacità di azione, per cui è più importante l’illusione del servizio alla persona piuttosto che la cura o l’azione personale. L’articolo si interroga e riflette su alcune esperienza che interpretano la scuola come luogo dei diritti e che hanno l’obiettivo di educare a diventare gli studenti cittadini-protagonisti del proprio futuro e non oggetti o merci, una scuola in cui ogni studente abbia gli strumenti culturali e linguistici necessari a valutare la realtà con la propria testa e con i propri strumenti etici. Il contributo si interroga sul processo di strutturazione della città, esplorando le modalità con cui essa si costruisce o auto-costruisce, nonché le dinamiche, i suoi autori e interpreti. Si tratta di processi di auto-costruzione in cui appare importante ragionare sul ruolo che lo spazio ricopre sia in relazione ai processi d’uso che di appropriazione della città. A questo proposito partire dalla dimensione del bambino/a può essere una prospettiva rilevante per comprendere in che modo la città si può riorganizzare e cosa può offrire ai propri abitanti.
Esperienza e simulazione. Ambienti di apprendimento e dispositivi di spazio pubblico / Bartocci, Samanta; Valentino, Michele. - (2017), pp. 142-157.
Esperienza e simulazione. Ambienti di apprendimento e dispositivi di spazio pubblico
Bartocci, Samanta
;Valentino, Michele
2017-01-01
Abstract
Le questioni legate a processi di distinzione, separazione o sicurezza, che mettono in discussione il buon vivere nelle scuole come anche nelle città contemporanee, sono molteplici. Resta ancora diffusa l’idea di fondo se- condo la quale con la scolarizzazione istituzionale tutti gli uomini, che non nascono uguali, lo diventino grazie a essa. Gli individui entrano a far parte, come cittadini-consumatori, di una società dove lo spettacolo, inteso in senso debordiano, costituisce il modello presente della vita socialmente dominante e rappresenta la “produzione” principale della società attuale. La trasformazione del linguaggio ha coinvolto anche le forme verbali, come ad esempio i termini “abitare” e “imparare”, ai quali si dovrebbero attribuire forme di azione. Queste parole fanno riferimento a sostantivi di prodotti, merci e servizi da fornire, che annullano la capacità di azione, per cui è più importante l’illusione del servizio alla persona piuttosto che la cura o l’azione personale. L’articolo si interroga e riflette su alcune esperienza che interpretano la scuola come luogo dei diritti e che hanno l’obiettivo di educare a diventare gli studenti cittadini-protagonisti del proprio futuro e non oggetti o merci, una scuola in cui ogni studente abbia gli strumenti culturali e linguistici necessari a valutare la realtà con la propria testa e con i propri strumenti etici. Il contributo si interroga sul processo di strutturazione della città, esplorando le modalità con cui essa si costruisce o auto-costruisce, nonché le dinamiche, i suoi autori e interpreti. Si tratta di processi di auto-costruzione in cui appare importante ragionare sul ruolo che lo spazio ricopre sia in relazione ai processi d’uso che di appropriazione della città. A questo proposito partire dalla dimensione del bambino/a può essere una prospettiva rilevante per comprendere in che modo la città si può riorganizzare e cosa può offrire ai propri abitanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.