A partire da una riflessione sul proprio percorso di ricerca, mosso dal desiderio di superare l’astrattezza di un pensiero disciplinare teso, con il suo sguardo disincarnato e astratto, a controllare, maneggiare e padroneggiare l’unicità dei luoghi come se essa fosse un’entità o una sostanza che appartiene alle cose e di cui si può disporre, l’autrice prova a delineare un approccio altro di avvicinamento alle diversità dei contesti. Attraverso un lavoro sulla memoria e la ricerca di linguaggi più vicini all’arte e alla poesia che alle descrizioni oggettive e generalizzanti, capaci di pietrificare e ridurre il territorio ad una mera collezione di oggetti inanimati e inerti, il saggio prova a fornire alcuni strumenti per realizzare forme di conoscenza vitali. Conoscenze in grado di fornire risorse di senso, di spingerci ad amare e a riprenderci cura degli ambienti che ci circondano. Ambienti intessuti di affetti, memorie, significati e simboli. Lo fa attraverso il racconto della costruzione di un particolarissimo Museo: Il MATer di Mamoiada, dove insieme agli artisti di Studio Azzurro, ha lavorato non per produrre un luogo da contemplare, ma un dispositivo interattivo, relazionale che, nel coinvolgere non le menti disincarnate, ma l’esperienza viva dei corpi e l’intelligenza delle emozioni le persone che vivono e abitano in quel territorio, ha cominciato a dar vita ad una vera e propria “centrale di produzione di conoscenza memoriale e immaginativa”.

Dalla razionalità finalistica e strumentale all’intelligenza sensibile della cura: le peculiarità di un percorso di ricerca e il racconto di una esperienza / Decandia, Lidia. - (2017), pp. 2048-2053. (Intervento presentato al convegno Atti della XX Conferenza Nazionale SIU, Urbanistica e/è azione pubblica. La responsabilità della proposta, Roma 12-14 giugno 2017 tenutosi a Roma nel 12-14 Giugno 2017).

Dalla razionalità finalistica e strumentale all’intelligenza sensibile della cura: le peculiarità di un percorso di ricerca e il racconto di una esperienza

Lidia Decandia
2017-01-01

Abstract

A partire da una riflessione sul proprio percorso di ricerca, mosso dal desiderio di superare l’astrattezza di un pensiero disciplinare teso, con il suo sguardo disincarnato e astratto, a controllare, maneggiare e padroneggiare l’unicità dei luoghi come se essa fosse un’entità o una sostanza che appartiene alle cose e di cui si può disporre, l’autrice prova a delineare un approccio altro di avvicinamento alle diversità dei contesti. Attraverso un lavoro sulla memoria e la ricerca di linguaggi più vicini all’arte e alla poesia che alle descrizioni oggettive e generalizzanti, capaci di pietrificare e ridurre il territorio ad una mera collezione di oggetti inanimati e inerti, il saggio prova a fornire alcuni strumenti per realizzare forme di conoscenza vitali. Conoscenze in grado di fornire risorse di senso, di spingerci ad amare e a riprenderci cura degli ambienti che ci circondano. Ambienti intessuti di affetti, memorie, significati e simboli. Lo fa attraverso il racconto della costruzione di un particolarissimo Museo: Il MATer di Mamoiada, dove insieme agli artisti di Studio Azzurro, ha lavorato non per produrre un luogo da contemplare, ma un dispositivo interattivo, relazionale che, nel coinvolgere non le menti disincarnate, ma l’esperienza viva dei corpi e l’intelligenza delle emozioni le persone che vivono e abitano in quel territorio, ha cominciato a dar vita ad una vera e propria “centrale di produzione di conoscenza memoriale e immaginativa”.
2017
9788899237127
Dalla razionalità finalistica e strumentale all’intelligenza sensibile della cura: le peculiarità di un percorso di ricerca e il racconto di una esperienza / Decandia, Lidia. - (2017), pp. 2048-2053. (Intervento presentato al convegno Atti della XX Conferenza Nazionale SIU, Urbanistica e/è azione pubblica. La responsabilità della proposta, Roma 12-14 giugno 2017 tenutosi a Roma nel 12-14 Giugno 2017).
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