Il saggio analizza la supposta continuità tra Rousseau e i Giacobini nella critica del libero mandato parlamentare e nella configurazione di una “democrazia commissaria" che istituisca forme di controllo e di revoca popolare degli eletti. Un robusto filo rosso è individuato nella comune fedeltà del ginevrino e dei leader rivoluzionari a due principi inderogabili: il primo, prodotto di una concezione monistica della sovranità, esige che la legge sia sempre l’espressione dell’interesse comune e mai di interessi particolari; il secondo, eretto a garanzia della sovranità popolare, invoca un’equivalenza sempre sussistente tra la volontà dei mandanti e quella dei mandatari. Proprio a partire dai tentativi di dare applicazione a questi due principi orientativi di una democrazia integrale, si evidenzia come alcune incongruità teoriche di Rousseau (che emergono nel confronto tra il Contratto e le Considerazioni sul governo di Polonia) divengano nei Giacobini contraddizioni insuperabili. L’impossibilità di esperire forme legali per la revoca dei delegati e la confusa ricerca di “metafore viventi” che personifichino una volontà popolare incorrotta alimentano nei Giacobini una strategia di matrice populistica. Nella pratica rivoluzionaria, l’esigenza di individuare antidoti all’autonomia della rappresentanza si converte così nella pretesa di una “purezza” dei rappresentanti, destinata a un tragico fallimento.

Necessaria ma impossibile. La revoca dei delegati da Rousseau ai Giacobini / Magrin, G.. - (2017), pp. 161-177.

Necessaria ma impossibile. La revoca dei delegati da Rousseau ai Giacobini

Magrin, G.
2017-01-01

Abstract

Il saggio analizza la supposta continuità tra Rousseau e i Giacobini nella critica del libero mandato parlamentare e nella configurazione di una “democrazia commissaria" che istituisca forme di controllo e di revoca popolare degli eletti. Un robusto filo rosso è individuato nella comune fedeltà del ginevrino e dei leader rivoluzionari a due principi inderogabili: il primo, prodotto di una concezione monistica della sovranità, esige che la legge sia sempre l’espressione dell’interesse comune e mai di interessi particolari; il secondo, eretto a garanzia della sovranità popolare, invoca un’equivalenza sempre sussistente tra la volontà dei mandanti e quella dei mandatari. Proprio a partire dai tentativi di dare applicazione a questi due principi orientativi di una democrazia integrale, si evidenzia come alcune incongruità teoriche di Rousseau (che emergono nel confronto tra il Contratto e le Considerazioni sul governo di Polonia) divengano nei Giacobini contraddizioni insuperabili. L’impossibilità di esperire forme legali per la revoca dei delegati e la confusa ricerca di “metafore viventi” che personifichino una volontà popolare incorrotta alimentano nei Giacobini una strategia di matrice populistica. Nella pratica rivoluzionaria, l’esigenza di individuare antidoti all’autonomia della rappresentanza si converte così nella pretesa di una “purezza” dei rappresentanti, destinata a un tragico fallimento.
2017
9788833290003
Necessaria ma impossibile. La revoca dei delegati da Rousseau ai Giacobini / Magrin, G.. - (2017), pp. 161-177.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/199097
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact