Grazia Deledda morì a Roma il 15 agosto 1936. Dopo qualche settimana il primogenito Sardus trovò in un cassetto della sua casa un autografo senza titolo e senza la parola «fine». Si trattava di un elaborato inedito contenente memorie romanzate della madre sul periodo nuorese, una sorta di schermata autobiografia tradotta in finzione letteraria, il cui intreccio si dipanava sul filo di una narrazione di sé fatta in terza persona. Il 16 settembre la «Nuova Antologia», dopo non trascurabili interventi correttori, iniziò la pubblicazione a puntate del romanzo. Nel maggio del 1937 – ulteriormente riveduta e corretta – l’opera uscì per i tipi della Treves. Da quel momento il testo fissato conobbe vicende ed evoluzioni diverse. La collana «Filologia della letteratura degli Italiani» ne propone per la prima volta l’edizione critica. Il presente lavoro si caratterizza non solo per lo studio, la descrizione del manoscritto e la ricostituzione del testo nella sua forma originaria, ma – come da prassi e come in nessuna edizione precedente fino a oggi è accaduto – anche per l’esplicitazione del percorso ecdotico che ha condotto il filologo a tale restituzione. Questo contributo – pensato nell’ambito delle iniziative per la celebrazione dell’ottantesimo anniversario della morte e del novantesimo del conferimento del premio Nobel – fa parte di una più ampia e organica proposta editoriale finalizzata alla prosecuzione dell’attività di allestimento di edizioni critiche delle opere deleddiane iniziata nel 2005 con il Centro di Studi Filologici Sardi.
Cosima / Manca, Dino Gesuino. - 1:(2016), pp. 1-240.
Cosima
MANCA, Dino Gesuino
2016-01-01
Abstract
Grazia Deledda morì a Roma il 15 agosto 1936. Dopo qualche settimana il primogenito Sardus trovò in un cassetto della sua casa un autografo senza titolo e senza la parola «fine». Si trattava di un elaborato inedito contenente memorie romanzate della madre sul periodo nuorese, una sorta di schermata autobiografia tradotta in finzione letteraria, il cui intreccio si dipanava sul filo di una narrazione di sé fatta in terza persona. Il 16 settembre la «Nuova Antologia», dopo non trascurabili interventi correttori, iniziò la pubblicazione a puntate del romanzo. Nel maggio del 1937 – ulteriormente riveduta e corretta – l’opera uscì per i tipi della Treves. Da quel momento il testo fissato conobbe vicende ed evoluzioni diverse. La collana «Filologia della letteratura degli Italiani» ne propone per la prima volta l’edizione critica. Il presente lavoro si caratterizza non solo per lo studio, la descrizione del manoscritto e la ricostituzione del testo nella sua forma originaria, ma – come da prassi e come in nessuna edizione precedente fino a oggi è accaduto – anche per l’esplicitazione del percorso ecdotico che ha condotto il filologo a tale restituzione. Questo contributo – pensato nell’ambito delle iniziative per la celebrazione dell’ottantesimo anniversario della morte e del novantesimo del conferimento del premio Nobel – fa parte di una più ampia e organica proposta editoriale finalizzata alla prosecuzione dell’attività di allestimento di edizioni critiche delle opere deleddiane iniziata nel 2005 con il Centro di Studi Filologici Sardi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.