Il settore biologico della vitivinicoltura italiana attraversa un momento di assestamento, testimoniato anche dai più recenti dati di mercato. Sul piano produttivo, l’Italia mantiene il primato in Europa per il numero di operatori certificati e resta leader per ettari di superficie coltivati secondo il metodo biologico. Le aziende italiane sono pari al 23,5% del totale delle aziende biologiche comunitarie. A livello nazionale la superficie viticola è circa il 4% della superficie nazionale coltivata in biologico (1,1 milioni di ettari) e, se misurata rispetto alla superficie vitata totale nel 2010, si tratta di circa l’8% del totale (632.000 ha). La superficie viticola biologica stimata in Italia, si aggira quindi intorno ai 31.709 ettari con una netta prevalenza delle regioni del sud e delle isole. La Sardegna detiene il 3% sul totale della superficie viticola biologica italiana con una notevole contrazione delle superfici rispetto agli anni immediatamente precedenti. Rispetto a quote che oscillavano intorno al 10% della propria viticoltura, infatti, i dati del 2010 indicano per la Sardegna una riduzione del 18%, passando da 906 ha a 746 ha certificati in biologico. Nonostante l'aspetto contradditorio dei dati statistici, spesso largamente oscillanti da un anno all'altro, sul piano del mercato, i prodotti biologici reggono alla crisi, tenendo sia nel settore della grande distribuzione, sia nei canali di vendita alternativi, come la vendita diretta nei mercati contadini, che attraggono un numero crescente di italiani e stranieri che vogliono coniugare qualità e risparmio. Punto di forza di questa importante componente della produzione agricola italiana è sicuramente la forte tipicizzazione, in cui giocano un ruolo fondamentale la scelta dei vitigni autoctoni. Questi sono da una parte rappresentativi di quella viticoltura di qualità, che si va affermando sempre più nel panorama delle viticolture regionali, dall'altra esprimono nel miglior modo la capacità di adattamento alle caratteristiche del territorio e quindi risultano più funzionali al modello colturale biologico. Soprattutto i vitigni meno conosciuti e quelli che corrispondono a produzioni "di nicchia" sono protagonisti anche nelle realtà aziendali di maggiore grandezza ed esperienza. In Sardegna i vitigni 'Cannonau' e 'Vermentino' raggiungono quote di oltre il 35% ciascuno della produzione in biologico, mentre 'Monica', 'Nuragus', 'Bovale' e 'Pascale di Cagliari' hanno quote sicuramente minoritarie. Non mancano vitigni destinati alla produzione di vini fini ed aromatici, come 'Moscato', 'Malvasia', 'Vernaccia', 'Nasco' e 'Girò' che risultano particolarmente adatti ai piccoli numeri delle produzioni biologiche, mentre la qualità e originalità rappresenta un valore aggiunto per un cliente che normalmente risulta fidelizzato e per il 60% collocato sul mercato estero.

La viticoltura biologica in Sardegna e il ruolo dei vitigni autoctoni / Mura, G; Mulas, Maurizio; Dessena, Leonarda. - In: QUADERNI DI SCIENZE VITICOLE ED ENOLOGICHE.... - ISSN 1970-6545. - 32:(2013), pp. 115-120. (Intervento presentato al convegno IV Convegno Nazionale di Viticoltura - CONAVI 2012 tenutosi a Asti nel 10-12 luglio 2012).

La viticoltura biologica in Sardegna e il ruolo dei vitigni autoctoni

MULAS, Maurizio
Membro del Collaboration Group
;
DESSENA, Leonarda
Membro del Collaboration Group
2013-01-01

Abstract

Il settore biologico della vitivinicoltura italiana attraversa un momento di assestamento, testimoniato anche dai più recenti dati di mercato. Sul piano produttivo, l’Italia mantiene il primato in Europa per il numero di operatori certificati e resta leader per ettari di superficie coltivati secondo il metodo biologico. Le aziende italiane sono pari al 23,5% del totale delle aziende biologiche comunitarie. A livello nazionale la superficie viticola è circa il 4% della superficie nazionale coltivata in biologico (1,1 milioni di ettari) e, se misurata rispetto alla superficie vitata totale nel 2010, si tratta di circa l’8% del totale (632.000 ha). La superficie viticola biologica stimata in Italia, si aggira quindi intorno ai 31.709 ettari con una netta prevalenza delle regioni del sud e delle isole. La Sardegna detiene il 3% sul totale della superficie viticola biologica italiana con una notevole contrazione delle superfici rispetto agli anni immediatamente precedenti. Rispetto a quote che oscillavano intorno al 10% della propria viticoltura, infatti, i dati del 2010 indicano per la Sardegna una riduzione del 18%, passando da 906 ha a 746 ha certificati in biologico. Nonostante l'aspetto contradditorio dei dati statistici, spesso largamente oscillanti da un anno all'altro, sul piano del mercato, i prodotti biologici reggono alla crisi, tenendo sia nel settore della grande distribuzione, sia nei canali di vendita alternativi, come la vendita diretta nei mercati contadini, che attraggono un numero crescente di italiani e stranieri che vogliono coniugare qualità e risparmio. Punto di forza di questa importante componente della produzione agricola italiana è sicuramente la forte tipicizzazione, in cui giocano un ruolo fondamentale la scelta dei vitigni autoctoni. Questi sono da una parte rappresentativi di quella viticoltura di qualità, che si va affermando sempre più nel panorama delle viticolture regionali, dall'altra esprimono nel miglior modo la capacità di adattamento alle caratteristiche del territorio e quindi risultano più funzionali al modello colturale biologico. Soprattutto i vitigni meno conosciuti e quelli che corrispondono a produzioni "di nicchia" sono protagonisti anche nelle realtà aziendali di maggiore grandezza ed esperienza. In Sardegna i vitigni 'Cannonau' e 'Vermentino' raggiungono quote di oltre il 35% ciascuno della produzione in biologico, mentre 'Monica', 'Nuragus', 'Bovale' e 'Pascale di Cagliari' hanno quote sicuramente minoritarie. Non mancano vitigni destinati alla produzione di vini fini ed aromatici, come 'Moscato', 'Malvasia', 'Vernaccia', 'Nasco' e 'Girò' che risultano particolarmente adatti ai piccoli numeri delle produzioni biologiche, mentre la qualità e originalità rappresenta un valore aggiunto per un cliente che normalmente risulta fidelizzato e per il 60% collocato sul mercato estero.
2013
La viticoltura biologica in Sardegna e il ruolo dei vitigni autoctoni / Mura, G; Mulas, Maurizio; Dessena, Leonarda. - In: QUADERNI DI SCIENZE VITICOLE ED ENOLOGICHE.... - ISSN 1970-6545. - 32:(2013), pp. 115-120. (Intervento presentato al convegno IV Convegno Nazionale di Viticoltura - CONAVI 2012 tenutosi a Asti nel 10-12 luglio 2012).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/139059
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact