Nel quadro del crescente interesse per il tema della sintesi delle arti, il volume è la prima monografia completa su Costantino Nivola fondata sull’esplorazione degli archivi americani e italiani e su un vaglio rigoroso delle fonti bibliografiche e giornalistiche. Costantino Nivola (Orani 1911- East-Hampton 1988), nato in Sardegna, formatosi all’ISIA di Monza e quindi attivo a Milano presso l’Ufficio Pubblicità Olivetti, rifugiato antifascista negli USA, rappresenta il tipico caso di un artista plasmato dall’esperienza del distacco e della migrazione, con una identità in continua ridefinizione. Interessato allo sconfinamento dell’arte nel quotidiano, l’artista crea con Bernard Rudofsky il giardino della propria casa a Long Island (1949-50), una serie di open-air room con interventi artistici in progress che diventa punto di incontro per protagonisti dell’arte americana come Pollock, De Kooning, Calder, ,Steinberg, Motherwell. La decorazione, nel 1954, dello show-room Olivetti a New York progettato dai BBPR lo mise al centro dell’avanguardia americana postbellica. L’approdo alla scultura (1950), con l’invenzione di un rilievo in cemento da matrice in sabbia (sand-casting), gli apre una carriera di scultore per l’architettura al fianco dei maggiori architetti dell’epoca. Amico e discepolo di Le Corbusier, che lo inizia nel 1947 al modernismo, vicino a Breuer, Gropius, Sert, Saarinen, i BBPR, Nivola partecipa al dibattito internazionale sulla “sintesi delle arti”, sostenendo l’idea di una scultura integrata all’interno dell’edificio e “normalizzata” come ogni altro aspetto del lavoro nel cantiere, tramite l’uso degli stessi materiali (cemento), della stessa tecnica e della stessa carpenteria. Molto in anticipo sui tempi è il suo interesse per la dimensione comunitaria e partecipativa dell’arte, influenzato dal pensiero di Adriano Olivetti. Dagli anni Sessanta affianca all’arte pubblica un percorso di ricerca più intimista e orientato all’arte pura, prima attraverso la modellazione in terracotta di opere intimiste e di squisita sensibilità (i Letti, le Spiagge) poi, dagli anni Settanta, con l’elaborazione di figure archetipiche nei materiali nobili della scultura, il marmo e il bronzo: iconiche celebrazioni dell’eterno femminino (le Madri e le Vedove) e della forza creatrice dell’uomo (i Costruttori).
Costantino Nivola. La sintesi delle arti. Parte II. Dai Letti in terracotta alle grandi Madri (1960-1988) in G. Altea e A. Camarda, Costantino Nivola. La sintesi delle arti, Nuoro, Ilisso, 2015, pp. 266-479 / Camarda, Antonella. - 1:(2015), pp. 266-481.
Costantino Nivola. La sintesi delle arti. Parte II. Dai Letti in terracotta alle grandi Madri (1960-1988) in G. Altea e A. Camarda, Costantino Nivola. La sintesi delle arti, Nuoro, Ilisso, 2015, pp. 266-479
CAMARDA, Antonella
2015-01-01
Abstract
Nel quadro del crescente interesse per il tema della sintesi delle arti, il volume è la prima monografia completa su Costantino Nivola fondata sull’esplorazione degli archivi americani e italiani e su un vaglio rigoroso delle fonti bibliografiche e giornalistiche. Costantino Nivola (Orani 1911- East-Hampton 1988), nato in Sardegna, formatosi all’ISIA di Monza e quindi attivo a Milano presso l’Ufficio Pubblicità Olivetti, rifugiato antifascista negli USA, rappresenta il tipico caso di un artista plasmato dall’esperienza del distacco e della migrazione, con una identità in continua ridefinizione. Interessato allo sconfinamento dell’arte nel quotidiano, l’artista crea con Bernard Rudofsky il giardino della propria casa a Long Island (1949-50), una serie di open-air room con interventi artistici in progress che diventa punto di incontro per protagonisti dell’arte americana come Pollock, De Kooning, Calder, ,Steinberg, Motherwell. La decorazione, nel 1954, dello show-room Olivetti a New York progettato dai BBPR lo mise al centro dell’avanguardia americana postbellica. L’approdo alla scultura (1950), con l’invenzione di un rilievo in cemento da matrice in sabbia (sand-casting), gli apre una carriera di scultore per l’architettura al fianco dei maggiori architetti dell’epoca. Amico e discepolo di Le Corbusier, che lo inizia nel 1947 al modernismo, vicino a Breuer, Gropius, Sert, Saarinen, i BBPR, Nivola partecipa al dibattito internazionale sulla “sintesi delle arti”, sostenendo l’idea di una scultura integrata all’interno dell’edificio e “normalizzata” come ogni altro aspetto del lavoro nel cantiere, tramite l’uso degli stessi materiali (cemento), della stessa tecnica e della stessa carpenteria. Molto in anticipo sui tempi è il suo interesse per la dimensione comunitaria e partecipativa dell’arte, influenzato dal pensiero di Adriano Olivetti. Dagli anni Sessanta affianca all’arte pubblica un percorso di ricerca più intimista e orientato all’arte pura, prima attraverso la modellazione in terracotta di opere intimiste e di squisita sensibilità (i Letti, le Spiagge) poi, dagli anni Settanta, con l’elaborazione di figure archetipiche nei materiali nobili della scultura, il marmo e il bronzo: iconiche celebrazioni dell’eterno femminino (le Madri e le Vedove) e della forza creatrice dell’uomo (i Costruttori).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.