Con il nome di Phoinikes i Greci erano soliti indicare non solo gli abitanti della Fenicia, che geograficamente quasi corrispondeva all’attuale Libano, ma tutti indistintamente gli abitanti della costa del Levante nel corso del primo millennio a.C. Con il crollo dei regni micenei e la scomparsa della loro marineria, altri popoli del Vicino Oriente si sovrapposero agli itinerari già tracciati. Tra questi emersero i Fenici, che per lungo tempo detennero il monopolio della navigazione dal Canale di Sicilia verso Occidente. Solo verso l’800 a.C. furono almeno in parte affiancati da elementi di stirpe greca, provenienti dall’isola Eubea. Tra il XII e la fine del IX secolo a.C., hanno luogo i viaggi di prospezione e nascono le prime stazioni commerciali temporanee con i primi luoghi di culto, mentre nel periodo successivo, compreso tra lo scorcio del IX e i primi anni del VII secolo a.C., si osserva la nascita dei primi insediamenti stabili e quindi delle prime città. Questa fase, meglio nota come fase fenicia, si conclude attorno al 510 a.C. Con l’inizio del VI secolo a.C. la politica di Cartagine, colonia fenicia del Nord-Africa, compie una svolta determinante per il Mediterraneo occidentale. Concause decisive sono da attribuire tra l’altro alla effettiva grande distanza con la madrepatria che determinò l’oggettivo rarefarsi del rapporto di dipendenza anche commerciale. Inoltre, sono da registrare le reiterate incursioni assire e la successiva presa di potere neobabilonese che posero concrete difficoltà per la realizzazione di transazioni commerciali regolari con l’Occidente. In conclusione, si può ben arguire come la volontà di espansione di Cartagine divenne nel corso del VI secolo a.C. una vera e propria politica imperialista. Seguono la conquista della Sicilia della Sardegna e dei territori dell’estremo Occidente mediterraneo.

I Fenici e i Cartaginesi in Sardegna / Bartoloni, Piero. - (2009), pp. 1-286.

I Fenici e i Cartaginesi in Sardegna

BARTOLONI, Piero
2009-01-01

Abstract

Con il nome di Phoinikes i Greci erano soliti indicare non solo gli abitanti della Fenicia, che geograficamente quasi corrispondeva all’attuale Libano, ma tutti indistintamente gli abitanti della costa del Levante nel corso del primo millennio a.C. Con il crollo dei regni micenei e la scomparsa della loro marineria, altri popoli del Vicino Oriente si sovrapposero agli itinerari già tracciati. Tra questi emersero i Fenici, che per lungo tempo detennero il monopolio della navigazione dal Canale di Sicilia verso Occidente. Solo verso l’800 a.C. furono almeno in parte affiancati da elementi di stirpe greca, provenienti dall’isola Eubea. Tra il XII e la fine del IX secolo a.C., hanno luogo i viaggi di prospezione e nascono le prime stazioni commerciali temporanee con i primi luoghi di culto, mentre nel periodo successivo, compreso tra lo scorcio del IX e i primi anni del VII secolo a.C., si osserva la nascita dei primi insediamenti stabili e quindi delle prime città. Questa fase, meglio nota come fase fenicia, si conclude attorno al 510 a.C. Con l’inizio del VI secolo a.C. la politica di Cartagine, colonia fenicia del Nord-Africa, compie una svolta determinante per il Mediterraneo occidentale. Concause decisive sono da attribuire tra l’altro alla effettiva grande distanza con la madrepatria che determinò l’oggettivo rarefarsi del rapporto di dipendenza anche commerciale. Inoltre, sono da registrare le reiterate incursioni assire e la successiva presa di potere neobabilonese che posero concrete difficoltà per la realizzazione di transazioni commerciali regolari con l’Occidente. In conclusione, si può ben arguire come la volontà di espansione di Cartagine divenne nel corso del VI secolo a.C. una vera e propria politica imperialista. Seguono la conquista della Sicilia della Sardegna e dei territori dell’estremo Occidente mediterraneo.
2009
978-88-7138-532-7
I Fenici e i Cartaginesi in Sardegna / Bartoloni, Piero. - (2009), pp. 1-286.
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