I laboratori che presentiamo qui, pur essendo diversi tra loro, mettono tutti la città al centro della riflessione progettuale ed è con quest’attenzione che proviamo a ragionare ed interrogarci su uno dei grandi temi che dominano la cultura e la politica del nostro tempo: la “catastrofe” . Cosa significa catastrofe? Cosa significa indifferenza alla città ed emergenza abitativa? È possibile palesare la catastrofe in modo oggettivo? È possibile piegare il termine “catastrofico” diffuso dai media e riferirci alle immagini della catastrofe in contrapposizione alla rigenerazione dell’immagine della città, ripensandola al di là della violenza delle immagini? Punto di partenza in questo percorso, è la teoria di Thom sulla catastrofe e la consapevolezza che la parola catastrofe e la parola emergenza hanno avuto un comune destino nella modificazione del loro senso etimologico, tingendo di negativo significato e figure. Da qualche tempo le attività dei laboratori didattici condotti da Ignasi Pérez Arnal e Massimo Faiferri all’interno delle attività dell’Ecourbanlab, sperimentano l’urbanismo real-time in situazioni di emergenza, e affrontano la difficoltà con- temporanea di vedere la città, in quel mondo sommerso, fatto di persone che vivono la privazione di mangiare, di scaldarsi, di vestirsi e di soddisfare il bisogno primario della “casa”. In questo presupposto il ciclo di laboratori didattici, condotti nel Dipartimento di Architettura, Design, Urbanistica di Alghero, hanno costituito lo spazio della sperimentazione e della riflessione progettuale sulla questione dell’emergenza abitativa come processo in alcuni casi subitaneo e accelerato di cambiamento dei territori. Sembra quindi indispensabile porre nuovamente il tema “dell’abitare”, del “diritto all’abitare” come priorità per la città possibile del terzo millennio.
Dentro la catastrofe / Bartocci, Samanta. - (2014), pp. 195-206.
Dentro la catastrofe
BARTOCCI, Samanta
2014-01-01
Abstract
I laboratori che presentiamo qui, pur essendo diversi tra loro, mettono tutti la città al centro della riflessione progettuale ed è con quest’attenzione che proviamo a ragionare ed interrogarci su uno dei grandi temi che dominano la cultura e la politica del nostro tempo: la “catastrofe” . Cosa significa catastrofe? Cosa significa indifferenza alla città ed emergenza abitativa? È possibile palesare la catastrofe in modo oggettivo? È possibile piegare il termine “catastrofico” diffuso dai media e riferirci alle immagini della catastrofe in contrapposizione alla rigenerazione dell’immagine della città, ripensandola al di là della violenza delle immagini? Punto di partenza in questo percorso, è la teoria di Thom sulla catastrofe e la consapevolezza che la parola catastrofe e la parola emergenza hanno avuto un comune destino nella modificazione del loro senso etimologico, tingendo di negativo significato e figure. Da qualche tempo le attività dei laboratori didattici condotti da Ignasi Pérez Arnal e Massimo Faiferri all’interno delle attività dell’Ecourbanlab, sperimentano l’urbanismo real-time in situazioni di emergenza, e affrontano la difficoltà con- temporanea di vedere la città, in quel mondo sommerso, fatto di persone che vivono la privazione di mangiare, di scaldarsi, di vestirsi e di soddisfare il bisogno primario della “casa”. In questo presupposto il ciclo di laboratori didattici, condotti nel Dipartimento di Architettura, Design, Urbanistica di Alghero, hanno costituito lo spazio della sperimentazione e della riflessione progettuale sulla questione dell’emergenza abitativa come processo in alcuni casi subitaneo e accelerato di cambiamento dei territori. Sembra quindi indispensabile porre nuovamente il tema “dell’abitare”, del “diritto all’abitare” come priorità per la città possibile del terzo millennio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.