As Italian Prime Minister Aldo Moro met FRG'c Chancelor Willy Brandt in early May 1974, he was making a last effort to relaunch the policies that had characterized the international role of the Eropean Community, on West German impulse, since Brandt's access to office in 1969. Both Moro and Brandt had conceived of an active West European action in the process of détente that should make that process more stable and more encompassing - namely, to include the Mediterranean and the Middle East. As this approach was bluntly rebuffed by the Nixon administration with reference to the developments of the Kippur War, the Brandt government chose to align themselves with American priorities - which, anyway, would not prevent Brandt's fall from power that very month and Moro's growing isolation. Based on literature and on primary sources.

Il colloquio tra Moro e Brandt che, sollecitato dal primo, ebbe luogo a Bonn nell’aprile del 1974 fu drammatico nella sostanza, come le minute pubblicate nella raccolta ufficiale tedesca lasciano intuire in modo indiretto ma abbastanza chiaro. Preceduto all’inizio dell’anno da dichiarazioni d’intenti impegnative del recentemente costituito Consiglio europeo in sede di cooperazione politica quanto all’iniziativa comune per l’estensione al Mediterraneo del processo di distensione secondo i princìpi e i metodi della CSCE, e dalle larghe convergenze sui princìpi di politica estera che si andavano sviluppando tra i partiti italiani dell’arco costituzionale, quel colloquio sembra avere rappresentato, da parte di Moro, un estremo tentativo di rivitalizzare le prime e di rafforzare i secondi dopo i passi indietro seguiti alla Conferenza di Washington sull’energia tenuta nel mese di febbraio e la connessa erosione dei margini di iniziativa autonoma dell’Europa. Ciò che si rifletteva in modo significativo in quel momento e in quel contesto era il notevole investimento di aspettative legate alla nuova politica di Bonn da parte di tutti coloro che lavoravano a un rafforzamento del sistema politico democratico italiano sulla base di un più largo consenso nazionale di fondo, oltre i limiti e i vincoli imposti dalla logica della guerra fredda. Altrettanto, vi si riflettevano le attese circa l’esercizio di una funzione propulsiva oltreché stabilizzatrice da parte dell’economia della RFG in relazione con le eccezionali difficoltà provocate dalla crisi finanziaria mondiale, dallo shock energetico e (per quanto riguardava specificamente l’Italia) gli urgenti problemi monetari e di bilancia dei pagamenti connessi anche con la sua crisi sociale interna. Nello stesso tempo, il colloquio Moro-Brandt dell’aprile del 1974 ebbe un senso che l’imminente crisi di governo a Bonn innescata dall’affare Guillaume stava per portare alla luce: vale a dire, che la spinta propulsiva della nuova politica di Bonn aveva già cominciato ad esaurirsi per effetto di dinamiche politiche interne alla RFT.

Moro, Brandt, e la Cooperazione politica europea (CPE) nella crisi mondiale del 1973.1974 / D'Agata, Raffaele. - (2014), pp. 629-642.

Moro, Brandt, e la Cooperazione politica europea (CPE) nella crisi mondiale del 1973.1974

D'AGATA, Raffaele
2014-01-01

Abstract

As Italian Prime Minister Aldo Moro met FRG'c Chancelor Willy Brandt in early May 1974, he was making a last effort to relaunch the policies that had characterized the international role of the Eropean Community, on West German impulse, since Brandt's access to office in 1969. Both Moro and Brandt had conceived of an active West European action in the process of détente that should make that process more stable and more encompassing - namely, to include the Mediterranean and the Middle East. As this approach was bluntly rebuffed by the Nixon administration with reference to the developments of the Kippur War, the Brandt government chose to align themselves with American priorities - which, anyway, would not prevent Brandt's fall from power that very month and Moro's growing isolation. Based on literature and on primary sources.
2014
978-88-498-4197-8
Il colloquio tra Moro e Brandt che, sollecitato dal primo, ebbe luogo a Bonn nell’aprile del 1974 fu drammatico nella sostanza, come le minute pubblicate nella raccolta ufficiale tedesca lasciano intuire in modo indiretto ma abbastanza chiaro. Preceduto all’inizio dell’anno da dichiarazioni d’intenti impegnative del recentemente costituito Consiglio europeo in sede di cooperazione politica quanto all’iniziativa comune per l’estensione al Mediterraneo del processo di distensione secondo i princìpi e i metodi della CSCE, e dalle larghe convergenze sui princìpi di politica estera che si andavano sviluppando tra i partiti italiani dell’arco costituzionale, quel colloquio sembra avere rappresentato, da parte di Moro, un estremo tentativo di rivitalizzare le prime e di rafforzare i secondi dopo i passi indietro seguiti alla Conferenza di Washington sull’energia tenuta nel mese di febbraio e la connessa erosione dei margini di iniziativa autonoma dell’Europa. Ciò che si rifletteva in modo significativo in quel momento e in quel contesto era il notevole investimento di aspettative legate alla nuova politica di Bonn da parte di tutti coloro che lavoravano a un rafforzamento del sistema politico democratico italiano sulla base di un più largo consenso nazionale di fondo, oltre i limiti e i vincoli imposti dalla logica della guerra fredda. Altrettanto, vi si riflettevano le attese circa l’esercizio di una funzione propulsiva oltreché stabilizzatrice da parte dell’economia della RFG in relazione con le eccezionali difficoltà provocate dalla crisi finanziaria mondiale, dallo shock energetico e (per quanto riguardava specificamente l’Italia) gli urgenti problemi monetari e di bilancia dei pagamenti connessi anche con la sua crisi sociale interna. Nello stesso tempo, il colloquio Moro-Brandt dell’aprile del 1974 ebbe un senso che l’imminente crisi di governo a Bonn innescata dall’affare Guillaume stava per portare alla luce: vale a dire, che la spinta propulsiva della nuova politica di Bonn aveva già cominciato ad esaurirsi per effetto di dinamiche politiche interne alla RFT.
Moro, Brandt, e la Cooperazione politica europea (CPE) nella crisi mondiale del 1973.1974 / D'Agata, Raffaele. - (2014), pp. 629-642.
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