Il contributo intende partire dall'idea che non sia sufficiente conservare il patrimonio che la storia ha depositato sul territorio ma occorra rivitalizzarlo, risvegliando in chi vive, abita e attraversa il territorio, un desiderio di prendersene cura. Partire da questi presupposti significa non solo ripensare le nostre modalità di progetto e azione, ma costruire nuove chiavi per accedere allo spessore di memorie, depositato sui calchi del territorio; lavorare sui due tavoli del tempo intrecciando la memoria del passato con i linguaggi del contemporaneo, mescolando la memoria con l'immaginazione. Solo se saremo capaci, di produrre una conoscenza germinativa, in grado di far rivivere rigogliosamente quei monumenti esausti e imbalsamati chiusi in sé stessi che oggi non sappiamo più interrogare, potremo pensare di innescare nuovi processi di cura e di riappropriazione “creativa” delle “sopravvivenze del passato” non intese come oggetti da recintare ma come parti integranti dello stesso paesaggio contemporaneo. Campo entro il quale la tesi trova le sue argomentazioni La tesi trova le sue argomentazioni da un lato in quell’ampio campo di studi territorialisti che considera la memoria e la storia del territorio come base fondante per il progetto dei territori contemporanei, e dall’altra negli studi di matrice filosofica che hanno posto al centro la questione della temporalità In particolare a partire da una messa in questione dell’idea di tempo, emersa con la modernità, e da una considerazione dei riflessi che essa ha avuto nei modi di leggere e interpretare il territorio e di pensare il progetto, il contributo, nel riprendere e rielaborare gli stimoli offerti dal pensiero di Benjamin e Bergson e dalle più recenti riletture che ne hanno proposto Agamben, Deleuze e Didi-Huberman, intende mettere al lavoro l’idea feconda che possa essere proprio l’incrocio fra “il già stato e l’adesso” a “sollevare degli impensati” capaci di rimettere in moto la nostra stessa capacità di immaginare e progettare un futuro per i territori contemporanei. Prospettive di lavoro E’ proprio muovendo dalle feconde intuizioni di questi autori e a partire dal racconto di alcune esperienze sul campo che il saggio intende lavorare sulla creazione di dispositivi attraverso cui liberare le energie imprigionate nelle sopravvivenze del passato per risvegliare un sentimento di cura dei territori contemporanei

Giocare sui due tavoli del tempo per liberare le energie imprigionate nelle sopravvivenze del passato e risvegliare un sentimento di cura dei paesaggi contemporanei / Decandia, Lidia. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - 27:(2013), pp. 1-7.

Giocare sui due tavoli del tempo per liberare le energie imprigionate nelle sopravvivenze del passato e risvegliare un sentimento di cura dei paesaggi contemporanei

DECANDIA, Lidia
2013-01-01

Abstract

Il contributo intende partire dall'idea che non sia sufficiente conservare il patrimonio che la storia ha depositato sul territorio ma occorra rivitalizzarlo, risvegliando in chi vive, abita e attraversa il territorio, un desiderio di prendersene cura. Partire da questi presupposti significa non solo ripensare le nostre modalità di progetto e azione, ma costruire nuove chiavi per accedere allo spessore di memorie, depositato sui calchi del territorio; lavorare sui due tavoli del tempo intrecciando la memoria del passato con i linguaggi del contemporaneo, mescolando la memoria con l'immaginazione. Solo se saremo capaci, di produrre una conoscenza germinativa, in grado di far rivivere rigogliosamente quei monumenti esausti e imbalsamati chiusi in sé stessi che oggi non sappiamo più interrogare, potremo pensare di innescare nuovi processi di cura e di riappropriazione “creativa” delle “sopravvivenze del passato” non intese come oggetti da recintare ma come parti integranti dello stesso paesaggio contemporaneo. Campo entro il quale la tesi trova le sue argomentazioni La tesi trova le sue argomentazioni da un lato in quell’ampio campo di studi territorialisti che considera la memoria e la storia del territorio come base fondante per il progetto dei territori contemporanei, e dall’altra negli studi di matrice filosofica che hanno posto al centro la questione della temporalità In particolare a partire da una messa in questione dell’idea di tempo, emersa con la modernità, e da una considerazione dei riflessi che essa ha avuto nei modi di leggere e interpretare il territorio e di pensare il progetto, il contributo, nel riprendere e rielaborare gli stimoli offerti dal pensiero di Benjamin e Bergson e dalle più recenti riletture che ne hanno proposto Agamben, Deleuze e Didi-Huberman, intende mettere al lavoro l’idea feconda che possa essere proprio l’incrocio fra “il già stato e l’adesso” a “sollevare degli impensati” capaci di rimettere in moto la nostra stessa capacità di immaginare e progettare un futuro per i territori contemporanei. Prospettive di lavoro E’ proprio muovendo dalle feconde intuizioni di questi autori e a partire dal racconto di alcune esperienze sul campo che il saggio intende lavorare sulla creazione di dispositivi attraverso cui liberare le energie imprigionate nelle sopravvivenze del passato per risvegliare un sentimento di cura dei territori contemporanei
2013
Giocare sui due tavoli del tempo per liberare le energie imprigionate nelle sopravvivenze del passato e risvegliare un sentimento di cura dei paesaggi contemporanei / Decandia, Lidia. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - 27:(2013), pp. 1-7.
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