Nel saggio l’autrice,nel ripartire dall’idea di scuola attiva – il learning by doing di deweiana memoria - e collocandosi all’interno di un particolare filone di pianificazione, profondamente radicato nel pensiero geddesiano, propone e mostra, anche ìattraverso il breve racconto di una esperienza, una particolare modalità di approccio didattico. Un approccio, incentrato sulla creazione di un contesto interattivo e relazionale, in cui far uso di linguaggi sensibili e metaforici per risvegliare, negli allievi un senso di cura e di partecipazione. La peculiarità di questo approccio viene raccontata utilizzando la metafora del viaggio e la figura del pellegrino. A queste immagini è affidato il compito di rievocare un particolare processo di apprendimento in grado di produrre un sapere trasformativo sul mondo. Un apprendimento, educato alla forma del tempo e della percezione, capace di fare appello non solo all’intelletto, ma ai sensi; di farsi nutrire non solo dalle idee e dai modelli, ma anche dalla prossimità e dalla concretezza esistenziale, fatta dagli incontri con i corpi dei territori, con le persone che lo abitano, con i ricordi, le passioni e le emozioni che lo fanno vivere. E’ proprio all’interno di questa cornice che vengono esplorate le potenzialità offerte dai linguaggi digitali. Strumenti imprescindibili per: potenziare le chiavi di accesso al mondo; rimettere in relazione gli oggetti con la vita che li ha prodotti; far emergere le voci latenti, le geografie sonore, le memorie e gli immaginari che intessono di fili invisibili il territorio foderando i luoghi della stessa materia dei sogni; riconsiderare le dimensioni della temporalità che la logica cartografica ci aveva costretto ad abbandonare.

Learning as an Aesthetic Experience: Digital Pedagogies in Planning Didactics / Decandia, Lidia. - (2010), pp. 247-265. [10.1007/978-90-481-3209-6]

Learning as an Aesthetic Experience: Digital Pedagogies in Planning Didactics

DECANDIA, Lidia
2010-01-01

Abstract

Nel saggio l’autrice,nel ripartire dall’idea di scuola attiva – il learning by doing di deweiana memoria - e collocandosi all’interno di un particolare filone di pianificazione, profondamente radicato nel pensiero geddesiano, propone e mostra, anche ìattraverso il breve racconto di una esperienza, una particolare modalità di approccio didattico. Un approccio, incentrato sulla creazione di un contesto interattivo e relazionale, in cui far uso di linguaggi sensibili e metaforici per risvegliare, negli allievi un senso di cura e di partecipazione. La peculiarità di questo approccio viene raccontata utilizzando la metafora del viaggio e la figura del pellegrino. A queste immagini è affidato il compito di rievocare un particolare processo di apprendimento in grado di produrre un sapere trasformativo sul mondo. Un apprendimento, educato alla forma del tempo e della percezione, capace di fare appello non solo all’intelletto, ma ai sensi; di farsi nutrire non solo dalle idee e dai modelli, ma anche dalla prossimità e dalla concretezza esistenziale, fatta dagli incontri con i corpi dei territori, con le persone che lo abitano, con i ricordi, le passioni e le emozioni che lo fanno vivere. E’ proprio all’interno di questa cornice che vengono esplorate le potenzialità offerte dai linguaggi digitali. Strumenti imprescindibili per: potenziare le chiavi di accesso al mondo; rimettere in relazione gli oggetti con la vita che li ha prodotti; far emergere le voci latenti, le geografie sonore, le memorie e gli immaginari che intessono di fili invisibili il territorio foderando i luoghi della stessa materia dei sogni; riconsiderare le dimensioni della temporalità che la logica cartografica ci aveva costretto ad abbandonare.
2010
978-90-481-3208-9
Learning as an Aesthetic Experience: Digital Pedagogies in Planning Didactics / Decandia, Lidia. - (2010), pp. 247-265. [10.1007/978-90-481-3209-6]
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