L'occupazione umana del territorio in un determinato momento cronologico si può articolare in forme diversificate: situazioni in cui i vari siti rivestono funzionalità e modalità di occupazione ben differenziata oppure in cui si è riscontrabile uniformità e ricorrenza delle tipologie insediative. E' da tale articolazione riscontrabile nei dati empirici che si può astrarre un "modello insediamentale" in cui si riflette il tipo di organizzazione sociale ed economica di quelle comunità. Appare evidente che non è sufficiente una semplice localizzazione puntuale su di una carta in quanto quest'informazione non è direttamente collegabile al sistema socio-culturale all'interno del quale ogni particolare sito rivestiva una specifica funzione. Diventa di fondamentale importanza il poter realizzare una ricostruzione delle condizioni paleoambientali esistenti in quanto tale variabile può aver influenzato, il comportamento insediativo. Inoltre senza un quadro di riferimento riguardo alla situazione paleogeografica determinati fenomeni non possono essere compresi e diviene impossibile elaborare dei modelli interpretativi di riferimento. Sottolineando l'importanza di tale problematica va però ricordata, per la Sardegna, la mancanza di dati disponibili riguardo all'ecosistema antico vista la scarsezza di ricerche impostate con un taglio interdisciplinare che ha caratterizzato sino a pochi anni fa, gli studi paletnologici nel nostro paese. Per la Sardegna, gli studi riguardanti la posizione dei contesti protostorici e gli aspetti del popolamento sono ancora poco approfonditi rispetto ad altri ambiti regionali, nonostante i dati di base – cioè le unità di osservazione disponibili – siano straordinariamente numerosi e di consistenza spesso monumentale. La varietà degli aspetti geografici e paesaggistici presenti nella regione indirizza allo studio di sotto unità territoriali in cui operare delle analisi dettagliate sulle modalità di popolamento del territorio e sulle scelte economiche operate dalle comunità delle età del bronzo e del ferro. Ancora oggi il paesaggio sardo è fortemente caratterizzato dalla sopravvivenza dei nuraghi, la cui cospicua presenza suscita la forte suggestione che attraverso l'aspetto attuale della campagna si possa agevolmente giungere alla ricostruzione del paesaggio nuragico. Ma a tal fine non deve trascurarsi che la fossilizzazione dell'agro è più apparente che reale, e devono prendersi in considerazione altre strutture architettoniche (villaggi, edifici di culto) che benché abbiano ora, in genere, esigua visibilità rivestono un'importanza cruciale per la comprensione delle dinamiche insediative di alcune fasi della civiltà nuragica.

Il paesaggio nuragico: lo stato della ricerca, alcuni studi recenti / Depalmas, Anna. - (2010), pp. 61-67. (Intervento presentato al convegno Atti del convegno Il paesaggio nuragico. I recenti studi e il rapporto con la legislazione vigente sul paesaggio e la cultura).

Il paesaggio nuragico: lo stato della ricerca, alcuni studi recenti

DEPALMAS, Anna
2010-01-01

Abstract

L'occupazione umana del territorio in un determinato momento cronologico si può articolare in forme diversificate: situazioni in cui i vari siti rivestono funzionalità e modalità di occupazione ben differenziata oppure in cui si è riscontrabile uniformità e ricorrenza delle tipologie insediative. E' da tale articolazione riscontrabile nei dati empirici che si può astrarre un "modello insediamentale" in cui si riflette il tipo di organizzazione sociale ed economica di quelle comunità. Appare evidente che non è sufficiente una semplice localizzazione puntuale su di una carta in quanto quest'informazione non è direttamente collegabile al sistema socio-culturale all'interno del quale ogni particolare sito rivestiva una specifica funzione. Diventa di fondamentale importanza il poter realizzare una ricostruzione delle condizioni paleoambientali esistenti in quanto tale variabile può aver influenzato, il comportamento insediativo. Inoltre senza un quadro di riferimento riguardo alla situazione paleogeografica determinati fenomeni non possono essere compresi e diviene impossibile elaborare dei modelli interpretativi di riferimento. Sottolineando l'importanza di tale problematica va però ricordata, per la Sardegna, la mancanza di dati disponibili riguardo all'ecosistema antico vista la scarsezza di ricerche impostate con un taglio interdisciplinare che ha caratterizzato sino a pochi anni fa, gli studi paletnologici nel nostro paese. Per la Sardegna, gli studi riguardanti la posizione dei contesti protostorici e gli aspetti del popolamento sono ancora poco approfonditi rispetto ad altri ambiti regionali, nonostante i dati di base – cioè le unità di osservazione disponibili – siano straordinariamente numerosi e di consistenza spesso monumentale. La varietà degli aspetti geografici e paesaggistici presenti nella regione indirizza allo studio di sotto unità territoriali in cui operare delle analisi dettagliate sulle modalità di popolamento del territorio e sulle scelte economiche operate dalle comunità delle età del bronzo e del ferro. Ancora oggi il paesaggio sardo è fortemente caratterizzato dalla sopravvivenza dei nuraghi, la cui cospicua presenza suscita la forte suggestione che attraverso l'aspetto attuale della campagna si possa agevolmente giungere alla ricostruzione del paesaggio nuragico. Ma a tal fine non deve trascurarsi che la fossilizzazione dell'agro è più apparente che reale, e devono prendersi in considerazione altre strutture architettoniche (villaggi, edifici di culto) che benché abbiano ora, in genere, esigua visibilità rivestono un'importanza cruciale per la comprensione delle dinamiche insediative di alcune fasi della civiltà nuragica.
2010
Il paesaggio nuragico: lo stato della ricerca, alcuni studi recenti / Depalmas, Anna. - (2010), pp. 61-67. (Intervento presentato al convegno Atti del convegno Il paesaggio nuragico. I recenti studi e il rapporto con la legislazione vigente sul paesaggio e la cultura).
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