Per la sua costitutiva ambiguità, bordo è una parola che si presta a molte interpretazioni, a differenti punti di vista, a diverse trame. Nel bordo è possibile cogliere la marginalità, il distacco di tutto ciò che può essere considerato rifiuto dalla "normalità" della macchina urbana, la quale non assegna dignità alla marginalità. Gli spazi fisici di risulta, di bordo, non pianificati, compaiono come luoghi di affermazione della creatività, della soggettività, della costruzione di nuovi momenti di comunicazione. Ma, anche, di ricerca della propria memoria e identità, di mediazione, di riposo e di silenzio tra l'ipertrofia e il disordine. Essi rappresentano l'ultima barriera ad un'immagine urbana auto-celebrativa, che cerca di esorcizzare attraverso il consumo culturale i complessi di colpa di una società che ha piegato la storia ad un'attività di intrattenimento. Emerge un cambiamento radicale del modo di considerare il paesaggio dell'urbanità contemporanea, una differente sensibilità nel trattare gli spazi intermedi, le aree di bordo e di confine, e forme del loro costante e mai definitivo attraversamento. Spazi del divenire, spazi dei flussi, delle dinamiche ecologiche, della contaminazione biologica, le aree di bordo si configurano come zona di interscambio culturale e disciplinare, in cui è possibile tentare di "superare" ordini mentali e culturali costituiti. Sono spazi in cui contraddizioni, ambiguità, mutazioni e trasformazioni risultano quasi costitutive e che vivono in una costante tensione verso il futuro che si offre per essere progettato in modo informale, effimero e ibrido. Rappresentano laboratori di cambiamento istituzionale in cui la creatività svolge un ruolo fondamentale. Le aree di bordo, in quanto terre di nessuno e spazi di indeterminazione resilienti alle trasformazioni dell'urbano che li circonda, si delineano come spazi di incontro con l'alterità, di riflessione alternativa su forme di organizzazione dello spazio che raccolgono le istanze della diversità: sono vibranti di vita e di possibilità di evoluzione.

Aree di bordo: possibilità di integrazione e coevoluzione / Pittaluga, Paola. - 1:(2006), pp. 35-53.

Aree di bordo: possibilità di integrazione e coevoluzione

PITTALUGA, Paola
2006-01-01

Abstract

Per la sua costitutiva ambiguità, bordo è una parola che si presta a molte interpretazioni, a differenti punti di vista, a diverse trame. Nel bordo è possibile cogliere la marginalità, il distacco di tutto ciò che può essere considerato rifiuto dalla "normalità" della macchina urbana, la quale non assegna dignità alla marginalità. Gli spazi fisici di risulta, di bordo, non pianificati, compaiono come luoghi di affermazione della creatività, della soggettività, della costruzione di nuovi momenti di comunicazione. Ma, anche, di ricerca della propria memoria e identità, di mediazione, di riposo e di silenzio tra l'ipertrofia e il disordine. Essi rappresentano l'ultima barriera ad un'immagine urbana auto-celebrativa, che cerca di esorcizzare attraverso il consumo culturale i complessi di colpa di una società che ha piegato la storia ad un'attività di intrattenimento. Emerge un cambiamento radicale del modo di considerare il paesaggio dell'urbanità contemporanea, una differente sensibilità nel trattare gli spazi intermedi, le aree di bordo e di confine, e forme del loro costante e mai definitivo attraversamento. Spazi del divenire, spazi dei flussi, delle dinamiche ecologiche, della contaminazione biologica, le aree di bordo si configurano come zona di interscambio culturale e disciplinare, in cui è possibile tentare di "superare" ordini mentali e culturali costituiti. Sono spazi in cui contraddizioni, ambiguità, mutazioni e trasformazioni risultano quasi costitutive e che vivono in una costante tensione verso il futuro che si offre per essere progettato in modo informale, effimero e ibrido. Rappresentano laboratori di cambiamento istituzionale in cui la creatività svolge un ruolo fondamentale. Le aree di bordo, in quanto terre di nessuno e spazi di indeterminazione resilienti alle trasformazioni dell'urbano che li circonda, si delineano come spazi di incontro con l'alterità, di riflessione alternativa su forme di organizzazione dello spazio che raccolgono le istanze della diversità: sono vibranti di vita e di possibilità di evoluzione.
2006
978-88-464-8303-4
Aree di bordo: possibilità di integrazione e coevoluzione / Pittaluga, Paola. - 1:(2006), pp. 35-53.
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