Per tutto il Novecento vi è stata, in Sardegna, una sorta di gara fra le due principali fonti per la produzione elettrica: quella idrica e quella termica, che nel tempo, si sono alternate al vertice della produzione. A questo dualismo ne possiamo far coincidere un secondo: la produzione nell'entroterra, idrica, e la produzione costiera, termica. Il motivo è facilmente intuibile: gli sbarramenti sui fiumi sono all'interno, mentre il bacino carbonifero del Sulcis, principale fonte di carbone nazionale per tutto il Novecento e ora unica miniera attiva in Italia, è sulla costa sud-occidentale dell'Isola. La nazionalizzazione delle imprese produttrici di energia elettrica (1962) ha permesso, tramite il primo elettrodotto sottomarino (1968), la connessione della rete sarda alla rete italiana e corsa. Ciò ha prodotto lo sviluppo dell'industria chimica sarda, localizzata prevalentemente lungo le coste: Porto Torres, Portovesme, Cagliari, ecc. In conseguenza di ciò la produzione elettrica costiera, ovvero da fonte termica, ha assunto decisamente il primo posto. Posto che si è consolidato negli anni Duemila con gli innumerevoli generatori eolici e fotovoltaici installati prevalentemente nelle zone costiere dell'Isola.

Storia dell'elettrificazione della Sardegna dall'Unità d'Italia alla nazionalizzazione delle imprese elettriche / Carboni, Donatella; De Vincenzi, M; Fasano, G.. - (2014), pp. 491-503. (Intervento presentato al convegno Fifth International Symposium MONITORING OF MEDITERRANEAN COASTAL AREAS: PROBLEMS AND MEASUREMENT TECHNIQUES tenutosi a Livorno) [10.13140/2.1.3283.2801].

Storia dell'elettrificazione della Sardegna dall'Unità d'Italia alla nazionalizzazione delle imprese elettriche

CARBONI, Donatella;
2014-01-01

Abstract

Per tutto il Novecento vi è stata, in Sardegna, una sorta di gara fra le due principali fonti per la produzione elettrica: quella idrica e quella termica, che nel tempo, si sono alternate al vertice della produzione. A questo dualismo ne possiamo far coincidere un secondo: la produzione nell'entroterra, idrica, e la produzione costiera, termica. Il motivo è facilmente intuibile: gli sbarramenti sui fiumi sono all'interno, mentre il bacino carbonifero del Sulcis, principale fonte di carbone nazionale per tutto il Novecento e ora unica miniera attiva in Italia, è sulla costa sud-occidentale dell'Isola. La nazionalizzazione delle imprese produttrici di energia elettrica (1962) ha permesso, tramite il primo elettrodotto sottomarino (1968), la connessione della rete sarda alla rete italiana e corsa. Ciò ha prodotto lo sviluppo dell'industria chimica sarda, localizzata prevalentemente lungo le coste: Porto Torres, Portovesme, Cagliari, ecc. In conseguenza di ciò la produzione elettrica costiera, ovvero da fonte termica, ha assunto decisamente il primo posto. Posto che si è consolidato negli anni Duemila con gli innumerevoli generatori eolici e fotovoltaici installati prevalentemente nelle zone costiere dell'Isola.
2014
978-88-95597-19-5
Storia dell'elettrificazione della Sardegna dall'Unità d'Italia alla nazionalizzazione delle imprese elettriche / Carboni, Donatella; De Vincenzi, M; Fasano, G.. - (2014), pp. 491-503. (Intervento presentato al convegno Fifth International Symposium MONITORING OF MEDITERRANEAN COASTAL AREAS: PROBLEMS AND MEASUREMENT TECHNIQUES tenutosi a Livorno) [10.13140/2.1.3283.2801].
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