L’ACQUA COME FATTORE DI RISCHIO INFETTIVO IN OSPEDALE Antonio Azara, Istituto di Igiene e Medicina Preventiva – Università degli Studi di Sassari I sistemi di distribuzione dell’acqua sono da tempo riconosciuti come fonte controllabile di infezioni correlate alle pratiche assistenziali (ICPA) ed in particolare in ospedale dove, l’acqua, rappresenta un elemento necessario allo svolgimento di gran parte delle attività erogate. In questo contesto, infatti, si riscontrano molteplici condizioni di rischio legate a diversi fattori quali: differenti tipi di acque impiegate, vetustà e carenza di manutenzione delle reti idriche, elevato numero di soggetti esposti all’acquisizione di patologie infettive, ampia diffusione di microrganismi resistenti, complesse modalità di esposizione ed eventuale contaminazione. Tra i microrganismi più frequentemente coinvolti in episodi infettivi ed epidemici o pseudo epidemici si rilevano più frequentemente: Legionella spp., Ps.aeruginosa, Acinetobacter, Virus, Micobatteri non tubercolari. L’Istituto di Igiene dell’Università di Sassari, da numerosi anni, svolge attività di sorveglianza e prevenzione delle ICPA anche di origine ambientale e dell’acqua in particolare, sia presso i presidi ospedalieri dell’ASL n. 1 di Sassari che presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari. Nell’ambito di tale attività, per es., per quanto riguarda la Legionella, il 36,9% dei prelievi è risultato positivo, con una più elevata percentuale di isolamento (61,8%) di L. pneumophila sierotipo 2-14. In altri prelievi, oltre alla positività per Legionella, la cui carica è stata efficacemente abbattuta al punto di prelievo (confermato anche da analisi molecolari), mediante l’utilizzo sperimentale di filtri di 0,2 µ, è stata rilevata la presenza, pur modesta, di Ps. aeruginosa, Coliformi, Miceti, Clostridi. Inoltre, sempre grazie ad avanzate metodiche molecolari, è stato possibile identificare l’acqua erogata da rubinetti di stanze di degenza come responsabile di un episodio epidemico/pseudoepidemico sostenuto da Ps. aeruginosa che ha coinvolto quattro pazienti in un reparto ad alto rischio. Appare, quindi, quanto mai indispensabile attivare una sorveglianza epidemiologica delle infezioni di origine idrica attraverso la quale definire modalità di effettuazione dei prelievi, delle indagini microbiologiche e dei criteri di interpretazione dei risultati; è necessario, inoltre, diffondere e perfezionare le procedure di valutazione del rischio legato alla contaminazione idrica e definire responsabilità, parametri e modalità di gestione degli impianti. Se l’acqua in ingresso alla struttura deve rispettare i parametri previsti dal D.L.gs 31/2001 e la responsabilità dell’ente erogatore cessa con l’entrata del collettore di distribuzione, è invece un onere specifico dell’ospedale garantirne la qualità nei vari punti d’uso rispettando, inoltre, criteri aggiuntivi in base al rischio specifico. Pertanto, l’obiettivo prioritario di assicurare la sicurezza dell’acqua, in relazione ai molteplici impieghi ed ai diversi requisiti di qualità richiesti, non è di semplice risoluzione. Infatti, per migliorare ulteriormente la qualità dell’acqua, non basandosi esclusivamente sul controllo finale del prodotto ma adottando una più moderna impostazione, l’OMS ha stilato recenti linee guida attraverso un sistema globale di gestione del rischio, denominato “Water Safety Plan” (WSP), esteso all’intera filiera idrica. Se è vero che l’adozione di tale modello appare di più complessa realizzazione nell’ambito ospedaliero è anche vero che, proprio per l’esigenza di garantire i più elevati standard di sicurezza dell’acqua, l’ospedale rappresenta un settore privilegiato e prioritario nell’attuazione del WSP. L’adozione di linee guida di sicurezza dell'acqua e di istruzioni operative adattate alla specifica realtà ospedaliera, inserite in un più ampio piano di valutazione e controllo dei rischi dell’intera struttura, rappresentano, pertanto, elementi determinanti non solo per ottenere, a breve termine, il raggiungimento degli obiettivi minimi legislativi, ma anche, adottando standard di riferimento di eccellenza internazionale, per perseguire un miglioramento continuo della qualità erogata.

L’ACQUA COME FATTORE DI RISCHIO INFETTIVO IN OSPEDALE / Azara, Antonio Alfredo. - (2009). (Intervento presentato al convegno L’approccio sistemico alle infezioni correlate alle pratiche assistenziali in una logica di qualità, sicurezza e gestione del rischio. tenutosi a Olbia nel 19-21 Novembre 2009).

L’ACQUA COME FATTORE DI RISCHIO INFETTIVO IN OSPEDALE.

AZARA, Antonio Alfredo
2009-01-01

Abstract

L’ACQUA COME FATTORE DI RISCHIO INFETTIVO IN OSPEDALE Antonio Azara, Istituto di Igiene e Medicina Preventiva – Università degli Studi di Sassari I sistemi di distribuzione dell’acqua sono da tempo riconosciuti come fonte controllabile di infezioni correlate alle pratiche assistenziali (ICPA) ed in particolare in ospedale dove, l’acqua, rappresenta un elemento necessario allo svolgimento di gran parte delle attività erogate. In questo contesto, infatti, si riscontrano molteplici condizioni di rischio legate a diversi fattori quali: differenti tipi di acque impiegate, vetustà e carenza di manutenzione delle reti idriche, elevato numero di soggetti esposti all’acquisizione di patologie infettive, ampia diffusione di microrganismi resistenti, complesse modalità di esposizione ed eventuale contaminazione. Tra i microrganismi più frequentemente coinvolti in episodi infettivi ed epidemici o pseudo epidemici si rilevano più frequentemente: Legionella spp., Ps.aeruginosa, Acinetobacter, Virus, Micobatteri non tubercolari. L’Istituto di Igiene dell’Università di Sassari, da numerosi anni, svolge attività di sorveglianza e prevenzione delle ICPA anche di origine ambientale e dell’acqua in particolare, sia presso i presidi ospedalieri dell’ASL n. 1 di Sassari che presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari. Nell’ambito di tale attività, per es., per quanto riguarda la Legionella, il 36,9% dei prelievi è risultato positivo, con una più elevata percentuale di isolamento (61,8%) di L. pneumophila sierotipo 2-14. In altri prelievi, oltre alla positività per Legionella, la cui carica è stata efficacemente abbattuta al punto di prelievo (confermato anche da analisi molecolari), mediante l’utilizzo sperimentale di filtri di 0,2 µ, è stata rilevata la presenza, pur modesta, di Ps. aeruginosa, Coliformi, Miceti, Clostridi. Inoltre, sempre grazie ad avanzate metodiche molecolari, è stato possibile identificare l’acqua erogata da rubinetti di stanze di degenza come responsabile di un episodio epidemico/pseudoepidemico sostenuto da Ps. aeruginosa che ha coinvolto quattro pazienti in un reparto ad alto rischio. Appare, quindi, quanto mai indispensabile attivare una sorveglianza epidemiologica delle infezioni di origine idrica attraverso la quale definire modalità di effettuazione dei prelievi, delle indagini microbiologiche e dei criteri di interpretazione dei risultati; è necessario, inoltre, diffondere e perfezionare le procedure di valutazione del rischio legato alla contaminazione idrica e definire responsabilità, parametri e modalità di gestione degli impianti. Se l’acqua in ingresso alla struttura deve rispettare i parametri previsti dal D.L.gs 31/2001 e la responsabilità dell’ente erogatore cessa con l’entrata del collettore di distribuzione, è invece un onere specifico dell’ospedale garantirne la qualità nei vari punti d’uso rispettando, inoltre, criteri aggiuntivi in base al rischio specifico. Pertanto, l’obiettivo prioritario di assicurare la sicurezza dell’acqua, in relazione ai molteplici impieghi ed ai diversi requisiti di qualità richiesti, non è di semplice risoluzione. Infatti, per migliorare ulteriormente la qualità dell’acqua, non basandosi esclusivamente sul controllo finale del prodotto ma adottando una più moderna impostazione, l’OMS ha stilato recenti linee guida attraverso un sistema globale di gestione del rischio, denominato “Water Safety Plan” (WSP), esteso all’intera filiera idrica. Se è vero che l’adozione di tale modello appare di più complessa realizzazione nell’ambito ospedaliero è anche vero che, proprio per l’esigenza di garantire i più elevati standard di sicurezza dell’acqua, l’ospedale rappresenta un settore privilegiato e prioritario nell’attuazione del WSP. L’adozione di linee guida di sicurezza dell'acqua e di istruzioni operative adattate alla specifica realtà ospedaliera, inserite in un più ampio piano di valutazione e controllo dei rischi dell’intera struttura, rappresentano, pertanto, elementi determinanti non solo per ottenere, a breve termine, il raggiungimento degli obiettivi minimi legislativi, ma anche, adottando standard di riferimento di eccellenza internazionale, per perseguire un miglioramento continuo della qualità erogata.
2009
L’ACQUA COME FATTORE DI RISCHIO INFETTIVO IN OSPEDALE / Azara, Antonio Alfredo. - (2009). (Intervento presentato al convegno L’approccio sistemico alle infezioni correlate alle pratiche assistenziali in una logica di qualità, sicurezza e gestione del rischio. tenutosi a Olbia nel 19-21 Novembre 2009).
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