Il saggio per ripensare in una nuova chiave non dicotomica lo stesso rapporto fra città e montagna si propone di scardinare l’idea di città intesa come forma centralizzata e circoscritta e di contribuire a riformulare, sulla scia di una letteratura che affronta questo tema da angolature differenti (Lefebvre, 1973; Brenner 2014 e 2016), un’altra idea di urbano. Una idea di urbano in cui la montagna non è più pensata come qualcosa di esterno che si contrappone dialetticamente alla città, ma ne diventa parte integrante assumendo al suo interno un ruolo di inedita centralità. Per arrivare a queste conclusioni costruisce un percorso a ritroso nella storia: una sorta di piccola genealogia che, nel riprendere le teorie di Soja (Soja 2007) e di Scott (Scott 2018), decostruisce l’idea che il concetto di città sia assimilabile a quello emerso con la prima rivoluzione urbana, e mostra come siano esistite nel tempo altre modalità di organizzazione spaziale che lo hanno espresso. Sceglie per brevità di tempo, solo per fare intravedere alcuni esempi, due passaggi particolarmente significativi: il Neolitico urbano, riandando alle origini della storia della città e l’Alto Medioevo. Con l’intenzione non di ricostruirne la storia, ma piuttosto di liberare attraverso un'altra genealogia, delle immagini che possano aiutarci a disfare alcuni paradigmi consunti e a traguardare con occhi nuovi alcune fenomeni emergenti di cui oggi stentiamo forse ancora a comprendere il senso. Nel fare leva sulla genealogia proposta e nell’osservare i molti indizi contemporanei che fanno emergere come una ‘nuova corrente d’amore’ sembri legare le montagne alle città, il saggio ci invita a riconsiderare questi territori, non più come esterni e marginali, ma semmai come parti integranti di una città allargata, policentrica e polifonica, espressione di un nuovo rapporto di coappartenenza fra uomo e natura in cui, nell’accostarsi di addensamenti e di pause, di adagi e di veloci, di luoghi deserti e di nodi a forte densità, la montagna acquisisce un ruolo e un significato di inedita centralità.

La montagna al centro: andare a ritroso nella storia per scardinare una idea consunta di città e immaginare altre forme di urbanità / Decandia, Lidia. - (2021), pp. 26-39.

La montagna al centro: andare a ritroso nella storia per scardinare una idea consunta di città e immaginare altre forme di urbanità

Decandia Lidia
2021-01-01

Abstract

Il saggio per ripensare in una nuova chiave non dicotomica lo stesso rapporto fra città e montagna si propone di scardinare l’idea di città intesa come forma centralizzata e circoscritta e di contribuire a riformulare, sulla scia di una letteratura che affronta questo tema da angolature differenti (Lefebvre, 1973; Brenner 2014 e 2016), un’altra idea di urbano. Una idea di urbano in cui la montagna non è più pensata come qualcosa di esterno che si contrappone dialetticamente alla città, ma ne diventa parte integrante assumendo al suo interno un ruolo di inedita centralità. Per arrivare a queste conclusioni costruisce un percorso a ritroso nella storia: una sorta di piccola genealogia che, nel riprendere le teorie di Soja (Soja 2007) e di Scott (Scott 2018), decostruisce l’idea che il concetto di città sia assimilabile a quello emerso con la prima rivoluzione urbana, e mostra come siano esistite nel tempo altre modalità di organizzazione spaziale che lo hanno espresso. Sceglie per brevità di tempo, solo per fare intravedere alcuni esempi, due passaggi particolarmente significativi: il Neolitico urbano, riandando alle origini della storia della città e l’Alto Medioevo. Con l’intenzione non di ricostruirne la storia, ma piuttosto di liberare attraverso un'altra genealogia, delle immagini che possano aiutarci a disfare alcuni paradigmi consunti e a traguardare con occhi nuovi alcune fenomeni emergenti di cui oggi stentiamo forse ancora a comprendere il senso. Nel fare leva sulla genealogia proposta e nell’osservare i molti indizi contemporanei che fanno emergere come una ‘nuova corrente d’amore’ sembri legare le montagne alle città, il saggio ci invita a riconsiderare questi territori, non più come esterni e marginali, ma semmai come parti integranti di una città allargata, policentrica e polifonica, espressione di un nuovo rapporto di coappartenenza fra uomo e natura in cui, nell’accostarsi di addensamenti e di pause, di adagi e di veloci, di luoghi deserti e di nodi a forte densità, la montagna acquisisce un ruolo e un significato di inedita centralità.
2021
9788835118459
La montagna al centro: andare a ritroso nella storia per scardinare una idea consunta di città e immaginare altre forme di urbanità / Decandia, Lidia. - (2021), pp. 26-39.
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